“Violata” la base Usa di contrada Ulmo, a processo 50 attivisti No Muos

 
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Gela. Il Ministero dell’interno sarà parte civile nel dibattimento aperto

a carico di cinquanta attivisti No Muos che, nell’aprile di tre anni fa, fecero ingresso nell’area della base Usa di contrada Ulmo a Niscemi, dove è stato installato l’impianto di comunicazioni militari.
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Gli attivisti nell’area della base Usa. La decisione è stata adottata dal giudice Marica Marino, su richiesta del legale che rappresenterà il ministero, l’avvocato Giuseppe Laspina. La presunta invasione di quell’area, in realtà organizzata dagli attivisti per liberare un pozzo idrico, in occasione del 25 aprile, fu una delle tante azioni dimostrative che il movimento, negli anni, ha messo in atto proprio per opporsi alla presenza del sistema militare Muos in un’area sottoposta a vincolo di tutela ambientale.
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All’ammissione del ministero si sono opposti i difensori di tutti gli imputati, a cominciare dai legali Luigi Cinquerrui e Andrea D’Alessandro. Per l’Avvocatura dello Stato che rappresenterà il Ministero dell’interno, quell’invasione avrebbe messo in discussione la capacità del governo nazionale di difendere una base militare straniera in territorio italiano. Intanto, oltre trenta imputati hanno già scelto di pagare un’oblazione, poco più di cento euro, di modo da definire le rispettive posizioni ed uscire dal dibattimento. In aula, la procura era rappresentata dal pm Mario Calabrese.

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