Violazioni e frodi nei centri di Biondi per migranti e anziani, altro filone a giudizio

 
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Gela. Le irregolarità e le violazioni, contestate dagli investigatori, hanno portato ad aprire più filoni di indagine rispetto al gruppo di cooperative, che fu gestito dall’imprenditore Pietro Biondi. Diverse strutture, per anziani e disabili, ma anche per migranti, vennero avviate in città e nei Comuni vicini. L’imprenditore, in passato, attraverso una delle coop, “Progetto Vita”, operò anche in appalti del Comune. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, è arrivato un altro filone, che vede imputato l’imprenditore insieme ad Eugenia Hatarzyna Chylewska, Clara Favatella, Giuseppe Foti, Gemma Iapichello, Alessandro Giannone, Giuseppe Palumbo, Liliana Pasqualino, Francesca Politi e Francesca Ventimiglia. L’associazione Codacons ha preannunciato l’intenzione di costituirsi parte civile. Anche in questo caso, con accuse confluite nella costola d’inchiesta ribattezzata “Blonds”, emersero presunte violazioni nella gestione dei centri e l’ottenimento di fondi pubblici che sarebbero stati dirottati in canali diversi rispetto allo scopo per il quale venivano richiesti e concessi dal ministero. Nelle strutture, compresa l’ex “Villa Daniela” a Manfria, per alcuni anni usata come centro per richiedenti asilo, gli ospiti sarebbero stati costretti a vivere in condizioni molto difficili e anche i viveri sarebbero stati scarsi e di pessima qualità.

Le indagini, condotte dagli agenti di polizia, delinearono un quadro preoccupante, anche per i dipendenti che avrebbero lavorato sotto la minaccia del licenziamento e in condizioni difformi rispetto ai contratti. Da quanto emerso, l’imprenditore avrebbe ottenuto l’appoggio di funzionari pubblici, incaricati dei controlli. A giugno, invece, il gup dovrà valutare la posizione dello stesso Biondi e di altri diciassette imputati, accusati di aver violato la disciplina in materia per quanto sarebbe accaduto in strutture per anziani. Somministrazioni mediche non conformi sarebbero state affidate a personale non formato per questo tipo di attività. Nel centro di Butera, allora gestito dal gruppo, ci fu il decesso di un ospite e gli inquirenti ipotizzano l’omicidio colposo. A maggio, ancora l’imprenditore e altri imputati, che lavoravano nel gruppo, si dovranno presentare davanti al collegio penale del tribunale, per i fatti dell’inchiesta “Balla coi lupi”, concentrata sull’ex “Villa Daniela” (diversi ex lavoratori sono parti civili con gli avvocati Rosario Prudenti e Francesca Granvillano).

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