Vizzini morì dopo incidente in raffineria, nuovo rinvio a giudizio per imprenditore

 
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Gela. A febbraio, la sua posizione era stata stralciata, a causa di una serie di mancate notifiche, con la restituzione degli atti ai pm. Adesso, arriva un nuovo rinvio a giudizio per Leandro Lorefice, coinvolto nell’inchiesta partita dopo la morte dell’operaio cinquantaquattrenne Antonio Vizzini. Fu vittima di un grave incidente sul lavoro, tra gli impianti della raffineria Eni di contrada Piana del Signore. Per lui non ci fu nulla da fare. Il rinvio a giudizio è stato pronunciato dal gup Lirio Conti, su richiesta dei pm della procura. Vizzini era dipendente della società Lorefice&Ponzio. Altri imputatati sono a processo per gli stessi fatti e la posizione di Lorefice verrà riunita al procedimento principale. L’imprenditore è difeso dall’avvocato Flavio Sinatra, che già in giudizio aveva sollevato le eccezioni che hanno indotto alla restituzione degli atti per la sola posizione dell’imputato, adesso nuovamente rinviato a giudizio. I familiari di Vizzini sono parti civili con gli avvocati Dionisio Nastasi, Riccardo Lana, Dalila Di Dio e Giuseppe Ferrara. Il dibattimento è stato aperto, davanti al giudice Miriam D’Amore, nei confronti di Domenico Lorefice, Angelo Vergati, Giuseppe Antonuccio, Giovanni Nunnari, Antonio Bennici, Orazio Fidone e Stefano Lo Coco (difesi dagli avvocati Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Katia Lo Coco e Enrico Valentini).

Per i pm, ci sarebbero state responsabilità degli imprenditori dell’azienda, ma anche dei responsabili della società che si occupava dei controlli, oltre che del collega impegnato a manovrare il mezzo da lavoro, diventato poi fatale per Vizzini. Tra le accuse, viene contestato l’omicidio colposo.

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