Zes, Di Graziano in Comune: partite verifiche per gli investimenti e focus su vincoli

 
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Greco, Di Graziano e il presidente di Sicindustria Caltanissetta Caccamo durante l'incontro della scorsa settimana

Gela. La convivenza tra i vincoli ambientali e le esigenze degli investimenti, ancora una volta, si ripresenta, ora in tema di Zona economica speciale. Questa mattina, il commissario Zes Alessandro Di Graziano ha avuto un lungo confronto con gli imprenditori e le istituzioni locali, su iniziativa di Sicindustria Caltanisetta, presieduta dall’imprenditore Gianfranco Caccamo. Nel primo pomeriggio, invece, Di Graziano si è spostato in municipio, dove ha avuto una lunga riunione con la giunta e con i dirigenti. Sul tavolo, una sorta di mappatura ideale dei vincoli che riguardano il territorio. L’impegno del commissario è di valutare con attenzione l’intero quadro, che negli ultimi mesi ha attirato l’attenzione anche per la vicenda dell’area Nord 2 dell’ex Asi, priva di un progetto di salvaguardia ambientale e sostanzialmente off limits per nuovi insediamenti, anche se ci sono posizioni differenti sulla questione. Durante il dibattito del mattino, nella sede Irsap a Brucazzi, c’è stato anche un fuoriprogramma, decisamente inatteso, che in parte fa capire come ci siano divergenze non sanate. Il dirigente comunale Emanuele Tuccio, che da mesi sta seguendo anche il caso del Nord 2, essendo alla guida dello sportello Suap, ha indicato una strada da intraprendere, richiamando anzitutto il modello “Argo-Cassiopea”, con l’autorizzazione rilasciata dal municipio ad Enimed, che mette insieme esigenze produttive, ormai strategiche, e tutela ambientale, dettata da precise prescrizioni. Il dirigente ha anche sottolineato come gli uffici municipali scontino gli effetti della carenza di personale, che si fa sentire ancora di più quando si tratta di dover analizzare progetti molto complessi. Ha da poco riattivato la commissione Sic-Zps e ha confermato che l’intenzione prioritaria è di rispettare la disciplina normativa in materia. Il presidente di Sicindustria Caccamo, che ha coordinato i lavori, ha però definito “irricevibile” l’intervento del dirigente, descrivendolo come “cattedratico” e non funzionale al dibattito in corso. Sui vincoli, ci sono valutazioni ancora molto diverse. Di Graziano, anche nella riunione in municipio, ha confermato che c’è la volontà di analizzare con attenzione le specificità del territorio, in vista di progetti che vanno dalla viabilità alla dimensione portuale. Diventa fondamentale un collegamento tra la nuova tangenziale e l’area portuale, che è stata affidata, in attesa dell’ufficialità, all’Autorità della Sicilia Occidentale. Già nel corso del dibattito all’Irsap, il commissario aveva fatto capire che la disciplina dei vincoli Sic-Zps non va vista come un ostacolo agli investimenti. “Ci sono possibilità anche di riperimetrare le aree Zes”, ha spiegato. La procedura del parere ambientale rimane comunque cruciale e non può essere bipassata, anche in ragione del piano di gestione e di quello di risanamento, che vanno osservati minuziosamente, come da anni sottolineato dal responsabile della Riserva Biviere Emilio Giudice.

Il sindaco Lucio Greco e il suo vice, l’assessore Terenziano Di Stefano, che vogliono fortemente che il modello “Argo-Cassiopea” possa fare da traino per gli investimenti nelle aree di vincolo, avevano già avuto interlocuzioni con Di Graziano, informandolo dei nodi principali. L’avvocato ha spiegato che “bisogna andare avanti insieme, senza piangersi addosso e nonostante le tante difficoltà”. Nelle aree ex Asi sono ancora tante le incertezze, come quella che pesa sulle aree libere, i cui prezzi non sono ben definibili. I ritardi e un’assenza di vere certezze si fanno sentire sugli imprenditori già insediati mentre la Zes, con le agevolazioni, dovrebbe attirare nuovi investimenti. I gruppi interessati sembrano esserci. Prima di tutto, bisognerà dare priorità agli investimenti, purché si tratti di “veri imprenditori”, come è stato detto durante il dibattito, e non si ritorni al passato della 488, la legge che mise in scena l’ennesimo depauperamento del territorio locale, con troppe cattedrali nel deserto realizzate da chi, intanto, era fuggito portando via la cassa.

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