Zona gialla, il caffè profuma di libertà

 
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Gela. “Mi accomodo al tavolo, mi porterebbe un caffè per favore?” Suona piuttosto strano poter ritornare a pronunciare questa frase dopo tutti questi mesi in cui la tradizionale “pausa caffè” era oramai diventata solo un vago ricordo. La musica soffusa all’interno del locale, i cornetti disposti in fila sul bancone, le cameriere che sorridenti si dirigono verso i clienti a prendere le ordinazioni e i proprietari che, emozionati, osservano il proprio locale riacquisire la consueta atmosfera. Sembra quasi una scena tratta da film, come d’altri tempi.

In tutti questi mesi abbiamo cercato di mantenere l’abitudine di recarci al nostro solito bar per prendere un caffè, tuttavia, mascherine, distanziamento e consumazione lontano dal locale avevano reso la pausa caffè un qualcosa di insolito, o addirittura meccanico. Oggi non si può ancora abbassare la guardia nei confronti del covid, le mascherine devono essere indossate e il distanziamento mantenuto, ma il caffè di questo lunedì mattina ha un sapore diverso. Ha un sapore di rinascita, ha proprio il sapore di una libertà che pian piano ci siamo guadagnati con impegno e sacrifico. È una pausa caffè che non tornerà mai quella di un tempo, ma forse perché noi, adesso, non siamo più quelli di un tempo. Il covid è stato crudele, ma è riuscito ad insegnarci che nella vita occorre apprezzare le piccole cose di ogni giorno evitando di rendere la quotidianità una semplice abitudine.

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