Zona rossa, Morselli: “Caltagirone ha mentito al consiglio, quali sono i criteri?”

 
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Morselli parla di bugie da Caltagirone

Gela. “A questo punto, penso che il manager Asp Alessandro Caltagirone, già ieri sera nel corso del consiglio comunale sull’emergenza sanitaria sapesse che la zona rossa sarebbe stata prorogata e non ha voluto comunicarlo alla città. Ha avuto paura”. Il consigliere comunale di “Un’Altra Gela” Romina Morselli torna a chiedere un intervento del prefetto di Caltanissetta Chiara Armenia. “La prefettura dovrebbe acquisire le dichiarazioni che ha rilasciato il manager, anche pubblicamente – continua – non si può prendere in giro un’intera città. Io stessa gli ho chiesto, nel corso della seduta, di avere aggiornamenti e comunicarli ad una città che continua ad essere in balia di criteri che non si comprendono. Caltagirone ha cambiato più volte versione. Ha spiegato che i dati vengono definiti giornalmente, mentre poi ha parlato di numeri spalmati settimanalmente. Ci sono i 91 positivi degli scorsi giorni, che su indicazione della stessa Asp erano riferibili a tamponi effettuati nei cinque giorni precedenti. Allora, qual è il vero criterio? Serve che si dica la verità”. Morselli aveva già criticato il metodo di svolgimento degli screening scolastici, che per diversi istituti ha creato molti disagi agli studenti e alle loro famiglie.

“Abbiamo mantenuto l’atto di indirizzo, approvato ieri sera – continua il consigliere – perché ci sono troppi aspetti della gestione dell’emergenza che non convincono noi e non convincono neanche la città. Il manager Asp ha il dovere di dire la verità, anche quando può essere impopolare. Invece, non l’ha fatto. Inizialmente, aveva parlato di una zona rossa da prorogare per quarantotto ore, che è già piuttosto irrituale, poi è arrivata la decisione della Regione che proroga fino al prossimo 19 maggio. Non è più accettabile. Ci sono cittadini allo stremo e i commercianti che non sanno più cosa fare, visto che gli viene impedito di riaprire, nonostante i numeri del contagio vengano interpretati senza un criterio univoco. Così, la città muore”.

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