Caso Eni, i primi lavoratori pronti alla partenza: “Cento entro dicembre”

 
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Gela. Cinquecento operatori da ricollocare, sempre all’interno del gruppo Eni, entro il dicembre del prossimo anno. Da alcuni giorni, sono ripresi i colloqui e le selezioni che riguardano i dipendenti destinati a lasciare la raffineria di contrada Piana del Signore.

E’ uno dei primi effetti successivi all’intesa romana raggiunta nelle scorse settimane. Entro un mese, saranno già un centinaio i lavoratori selezionati con l’obiettivo della ricollocazione in altri siti, italiani e non.
Mentre gli operatori si preparano a lasciare gli impianti della fabbrica, non mancano le incertezze soprattutto sul fronte autorizzativo, anche all’indomani della presa di posizione contro le trivellazioni giunta dall’assemblea regionale siciliana. “E’ una fase di transizione ma certamente molto importante – spiega il rappresentante territoriale Uiltec Maurizio Castania – i colloqui sono ripresi per ricollocare i dipendenti che non verranno destinati al nuovo progetto di raffinazione verde. Andranno in trasferta ma non ci saranno trasferimenti, ad eccezione di quelli volontari. A fine dicembre, saranno poco più di cento”.
Il caso, però, è sempre più delicato. “Gli organismi che avranno il compito, in base all’accordo concluso, di vigilare sul rispetto dell’intesa e sull’iter delle autorizzazioni – ammette il segretario della Femca Cisl Francesco Emiliani – avranno portata nazionale e territoriale. Bisogna agire al più presto soprattutto davanti a ciò che si sta verificando all’Ars. Uno stop sarebbe fatale”.
Timori che vengono espressi anche dal segretario provinciale dell’Ugl chimici Andrea Alario. “Le autorizzazioni devono essere rilasciate in tempo utile – dice il sindacalista – altrimenti, sarà tutto inutile. I primi cento operatori andranno in trasferta entro la fine di dicembre. Ma bisogna spingere sul rilascio delle autorizzazioni. Non possiamo scherzare con il futuro occupazionale dei lavoratori”.
Allo stato attuale, all’interno della raffineria di contrada Piana del Signore solo gli impianti di servizio e quelli per la produzione di utilities continuano a marciare.  

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