Caso Eni, salta il tavolo a Roma: “Troppo silenzio, la politica sta con l’azienda?”

 
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Gela. Il 14 ottobre tutti al ministero dello sviluppo economico per riavviare la trattativa sul caso del futuro del gruppo Eni in città? Assolutamente, no.

E’ saltato di nuovo l’incontro che, oramai, viene periodicamente annunciato dal momento dell’ultima entrata in scena di ministri e sindacati nazionali, ovvero la riunione di fine luglio successiva allo sciopero di oltre un mese organizzato dagli operai dell’indotto e dagli operatori del diretto della raffineria di contrada Piana del Signore.
Adesso, c’è chi parla di una nuova data ricompresa tra il 18 e il 20 ottobre. Ma, a questo punto, nulla è certo.
“Purtroppo – spiega il segretario provinciale della Femca Cisl Francesco Emiliani – la nostra città serve ad attirare l’attenzione nazionale solo quando si tratta di fatti legati alla cronaca nera. Per il resto, non ci danno molta importanza. Questo nuovo rinvio deve far riflettere. C’è in gioco il futuro economico della città e sembra che nessuno se ne preoccupi più di tanto. Come sindacato dei lavoratori chimici abbiamo, in queste settimane, assunto posizioni molto dure contro l’azienda. Cos’altro dobbiamo fare? Perché non si registrano posizioni altrettanto dure da parte della politica locale o di quella regionale?”.
Un dubbio che viene mosso anche dal segretario provinciale della Filctem Cgil Gaetano Catania. “Il silenzio è abissale – spiega – adesso, è arrivato questo nuovo slittamento. Lo sciopero del 16 ottobre che deve coinvolgere tutti gli operatori delle società Eni presenti in città deve servire anche da monito. Perché la politica si esprime con fatica? Dobbiamo pensare che abbia scelto di appoggiare in tutto e per tutto le scelte adottate da Eni e, quindi, il ridimensionamento degli investimenti sul sito cittadino?”.
Decisamente critici, negli scorsi giorni, sono stati anche i segretari di Uiltec e Ugl chimici, Maurizio Castania e Andrea Alario.
Insomma, la frizione tra sindacato e politica locale non sembra così latente, anzi. Al tavolo di trattativa, infatti, non dovrebbero prendere parte solo le categorie sindacali ma anche le rappresentanze istituzionali del territorio. “Onestamente – ammette il sindaco Angelo Fasulo – la data del 14 ottobre non era stata fissata da nessuno, almeno per quanto mi risulta. Era solo una data approssimativa. La politica è muta? Non credo proprio. Stiamo lavorando per arrivare ad un confronto durante il quale le posizioni tra sindacato e azienda non siano diametralmente distanti”.

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