“Compensazioni Eni per sviluppo territorio”, Farruggia: “Su verde serve censimento”

 
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Gela. Un no netto all’uso di 300 mila euro delle compensazioni Eni per il verde pubblico arriva dal Movimento cinquestelle. Il consigliere comunale Virginia Farruggia non accoglie di buona grado la decisione, formalizzata ieri dall’amministrazione comunale. “Non riteniamo opportuno, per quanto sia necessaria la cura e la manutenzione ordinaria del verde pubblico, destinare parte del contributo residuo proveniente dal protocollo di intesa del 2014 sulle compensazioni Eni, per il semplice fatto che quelle somme, proprio come abbiamo letto nella bozza di accordo quadro scritta da questa amministrazione in sostituzione di quello definito il 28 settembre 2017 dalla Regione, da Eni e dal Comune di Gela, hanno “l’obiettivo di dotare il Comune di investimenti a ricaduta occupazionale, sociale, culturale e turistica, evidenziando le peculiarità del territorio al fine di incentivare la ripresa economica, quale vero motore di un processo di crescita per il comprensorio del Comune”, dice Farruggia citando anche il contenuto dell’accordo quadro. Quelle risorse, quindi, sono da destinare allo sviluppo economico del territorio. Più in generale, il consigliere comunale considera del tutto assente una programmazione sul piano della gestione e della tutela del verde pubblico. Addirittura, adombra rischi di conseguenze come quelle verificatesi di recente in un campeggio di Marina di Massa, in Toscana. Un albero è caduto colpendo la tenda all’interno della quale dormivano due bambine.

“In seguito all’incidente di Massa abbiamo deciso di fare una passeggiata per le vie dei quartieri con una maggiore presenza di verde pubblico cercando di capire se ci fossero criticità e in che ordine di grandezza. Abbiamo rilevato diversi alberi che oggi rappresentano un pericolo per l’incolumità pubblica – dice ancora Farruggia – perché negli ultimi decenni hanno subito un’errata potatura che li ha resi instabili soprattutto alle sollecitazioni del vento e altri non sono stati mai potati. Abbiamo riscontrato errate potature dei pini d’Aleppo. Sono stati tagliati i rami bassi e intermedi, lasciando solo i rami più alti. Con il vento, i pini si sono piegati e sono diventati pericolanti. Un altro esempio è rappresentato dal reiterato impiego della capitozzatura di qualche anno fa ed in particolari occasioni. E’ una pratica devastante, assurda, insensata e irrispettosa, così come le errate potature che sono attuate da enti pubblici, nonostante anni e anni di letteratura, prove ed evidenze degli effetti che producono. Queste pratiche hanno provocato una situazione grave dello stato di fatto del verde pubblico in città sul quale ad oggi non si può che intervenire da una parte con l’estirpazione di circa una novantina di alberi e dall’altra attraverso il riequilibrio della chioma di tantissimi alberi che possono ancora essere salvati”. Il consigliere grillino rilancia l’esigenza di un censimento complessivo fa effettuare in città sull’intero verde pubblico. Si sarebbe dovuto fare in passato, ma il Comune non ha mai adempiuto. “Ma soprattutto è fondamentale prevedere per ogni estirpazione la ripiantumazione di un altro albero con garanzia di attecchimento per i primi anni – conclude – per assicurare che la quantità del verde presente in città resti invariato e che questo genere di interventi non crei vuoti”.

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