Costa “discordia”, la nave del sindaco Greco sugli scogli delle dimissioni

 
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Gela. La tregua armata in maggioranza è durata dall’alba al tramonto. Non che le prospettive fossero delle migliori già all’indomani della pseudo crisi risolta da un finto rimpasto che più che placare i mal di pancia presenti ne ha acuiti di nuovi.
In molti, tra gli addetti ai lavori infatti avevano già previsto un epilogo del genere dopo la nomina dell’ingegnere Nanni Costa all’assessorato ai Lavori Pubblici.
Eppure la scelta sembrava avere un senso, considerata l’enorme esperienza dell’ex dirigente comunale che, proprio in quel settore aveva operato per tanti anni e ne conosceva ogni meccanismo.
Ma, a quanto pare, proprio la grande conoscenza della macchina amministrativa da parte dell’ormai ex assessore in quota Liberamente, si è rivelata essere un boomerang per l’amministrazione già zoppicante del sindaco Lucio Greco.
Già a pochi giorni dall’insediamento infatti lo stesso Costa manifestò immediatamente malumori riguardo alla gestione pregressa del settore, chiedendo al primo cittadino di intervenire immediatamente.
E la rottura di oggi non può certo ridursi semplicemente allo scontro tra Costa e il maxi dirigente Tonino Collura (che ora ha ritirato le dimissioni) riguardi al funzionamento corretto del Settore.
A raccontare in maniera esemplare ciò che sta accadendo e che di fatto non può essere considerato solo una divergenza di opinioni ma un vero e proprio caso politico, sono proprio alcune frasi del lungo documento con cui Costa ha annunciato le proprie dimissioni.
L’ex assessore, riferendosi proprio al suo settore, scrive che “di fatto non esiste” e che “Non esistono e non sono mai esistite le condizioni per poter esercitare le funzioni a me delegate”. Una sentenza tranciante su quello che è oggi uno dei settori più strategici dell’amministrazione e che ad oggi sembra aver prodotto solo cantieri iniziati e mai terminati.
Un altro punto essenziale del documento è quello in cui Costa parla programmazione, o meglio dell’assenza totale di essa riscontrata non solo nel suo settore.
“Fin dall’inizio – scrive – ho riscontrato un’assoluta mancanza di programmazione collegiale e un’altrettanta incapacità da parte sua, (del sindaco) quale capo dell’amministrazione, di individuare e condividere le necessità immediate della collettività che si intende amministrare” …“A tutto questo non si è potuto, ma soprattutto voluto, trovare rimedio o soluzione”
Anche qui l’attacco oltre che di natura tecnica è squisitamente politico così come lo è l’affondo finale sui rifiuti, altro settore che ha registrato le dimissioni di un altro dirigente, l’ingegnere Grazia Cosentino, anche lei in rottura con le posizioni del primo cittadino, con particolare riferimento ai “rapporti critici che il sindaco ha sempre tenuto con la Srr4 e con la “Impianti Srr”.
Un vero e proprio J’accuse da parte di Costa, provocato probabilmente dalle dichiarazioni piccate del sindaco sul rapporto tra l’ex assessore e il dirigente del Settore Collura.
Un gancio in pieno volto che di fatto fa vacillare ulteriormente la maggioranza a sostegno dell’amministrazione che rischia intanto di perdere il supporto dei consiglieri di Liberamente, Grisanti e Casciana.
I due ex ribelli, poi figlioli prodigi per amor di pace, resteranno in maggioranza o come è più prevedibile andranno a rimpolpare le fila di un’opposizione che esce rafforzata da questa situazione pur non avendo di fatto mosso un dito?
Il sindaco nel frattempo tace e rimanda ogni considerazione al ritorno del suo viaggio a Roma, previsto per domani. L’unica cosa che il primo cittadino si lascia sfuggire è che la casella lasciata vuota da Costa verrà immediatamente riempita.

Potrebbe essere una nuova occasione per Forza Italia per rivendicare il secondo assessore, promesso e mai ottenuto, già scalpitano Francesca Caruso e Angelo Cafà, gli eterni predestinati che però finora non sono riusciti ad ottenere spazio.
Per gli azzurri potrebbe essere la scusa giusta per appianare le divergenze interne e placare il ribelle Di Dio. Ma un’eventuale apertura ai forzisti, scatenerebbe senza dubbio la prevedibile reazione dei civici.
Insomma il sindaco, come Penelope, tesse e scuce una tela infinita ma ancora una volta è in balìa dei Proci. Il problema che all’orizzonte cittadino non c’è più nessun Ulisse pronto a levargli le castagne dal fuoco. Intanto si naviga a vista, mentre sulla nave di Palazzo di Città è corsa alle scialuppe. Le prossime settimane saranno fondamentali per cercare di ritrovare la rotta.

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