Gli incontri con i consiglieri e le contromosse per evitare la sfiducia: Licata, “il sindaco vuole dialogare”

 
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Gela. Questa sera i pro-sfiducia cercheranno di chiudere l’intesa per portare in aula una mozione, che potrebbe avere i numeri giusti. Non mancano i distinguo, ma il fronte contro Messinese appare piuttosto ampio. Il sindaco, però, cerca di fare le proprie contromosse. Negli ultimi giorni, avrebbe incontrato diversi consiglieri comunali e gruppi rappresentati a Palazzo di Città. Sta cercando di capire se, nonostante le bordate politiche che quotidianamente vengono sferrate contro la sua giunta, ci siano margini di trattativa. Insomma, a casa anticipatamente non ci vuole proprio andare. Il dialogo, come era prevedibile, è con esponenti soprattutto dell’area di centrodestra. Messinese e i suoi vorrebbero costruire un canale privilegiato con quelli che sono maggioranza alla Regione, ad iniziare dai referenti del presidente Nello Musumeci.

Che il sindaco stia giocando la carta del dialogo lo conferma anche il neo assessore Giuseppe Licata. “L’intenzione c’è tutta – spiega – stiamo parlando in giunta e vogliamo chiudere prima possibile la composizione, anche con l’ingresso dell’ultimo assessore. Deleghe? Per ora, non c’è niente di ufficiale. Non è da escludere una riorganizzazione interna. Vogliamo comunque proseguire il progetto”. Licata, che ha giurato una settimana fa, al momento è senza deleghe. “Sto analizzando molti atti e in giunta stiamo valutando le misure correttive imposte dalla Corte dei Conti – prosegue – è un passaggio cruciale, così come quello dei progetti finanziati con i soldi del Patto per la Sicilia”. Il neo assessore esclude che sia lui l’uomo al quale il sindaco voglia affidare il compito di tenere i rapporti con il consiglio, magari trattando una nuova intesa politica. “Non è così – conclude – il sindaco ha l’intenzione di aprire al dialogo e vuole farlo senza preclusioni”. In municipio, si gioca una partita dal risultato non ancora così scontato.

1 commento

  1. Non mi era mai capitato di assistere ad una partita a scacchi così lunga finalizzata a dare scacco matto alla città. Giocare sulle spalle degli altri, solo per arroganza dettata da incompetenza diffuse o per chissà per cos’altro, utilizzando il vecchio gioco gioco delle tre carte, mi fa ricordate il “gioco d’annardo” che gli serviva per “buscarsi u pani”. Per il resto ed ancora per poco mi vergogno di essere gilisi.

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