Guardiafuochi licenziato, Lorefice interroga i ministri: “Accertare anche dotazione mezzi”

 
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Gela. Il caso del guardiafuochi Salvatore Comandatore arriva sui tavoli dei ministri delle infrastrutture e del lavoro. Il senatore Pietro Lorefice ha presentato un’interrogazione. L’operatore è stato licenziato dalla società “Archimede”, che è in servizio al porto isola Eni, perché si sarebbe rifiutato di sversare in mare sostanze pericolose. Ne è scaturita una diatriba giudiziaria. Il licenziamento è stato dichiarato illegittimo ma di fatto Comandatore non è mai stato reintegrato. Ha avviato una lunga protesta. Nell’interrogazione, Lorefice sottolinea che “il rifiuto del dipendente ad ottemperare agli ordini del datore di lavoro era determinato da ragioni sia attinenti alla mancanza di condizioni tali da garantire la propria incolumità, e probabilmente, anche dal non voler incorrere nella violazione dell’art. 256 del decreto legislativo n. 152 del 2006”.

Il senatore grillino solleva dubbi anche sulle dotazioni di mezzi di “Archimede”. “La società Archimede, concessionaria terminalista, con i mezzi di fuggita disponibili denominati “Liberante” e “Archimede”, non garantisce mezzi navali idonei a consentire il pronto allontanamento dal pontile principale del porto isola di Gela, così come previsto all’art. 1 dell’ordinanza n. 29/2012 emanata in data 6 novembre 2012 dalla Capitaneria di porto di Gela, che dispone: “Per consentire la pronta evacuazione dal pontile principale del porto isola di Gela, attesa la presenza lungo l’intero pontile di linee di carico mantenute costantemente piene di prodotti chimici nocivi, petrolchimici di natura infiammabile e gassosi sotto pressione; la società concessionaria terminalista dovrà garantire due mezzi navali idonei a consentire la pronta fuggita dal suddetto pontile, di cui uno, con caratteristiche di notevole manovrabilità e velocità, tale da agevolare l’immediata evacuazione dell’area, l’altro, con capacità di avvicinamento ad un eventuale incendio al fine di rendere praticabile l’accesso alle vie di fuga”. Tale fatto ha determinato una denuncia presso la procura della Repubblica del tribunale di Gela”, si legge nel testo dell’interruzione. Ai ministri chiede “di sapere quali iniziative siano state assunte e quali si intenda adottare al fine di assicurare che su tutto il territorio venga realizzata dalle autorità preposte un’efficiente ed efficace vigilanza e controllo delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori che operano presso i pontili a servizio delle raffinerie”. Del caso si sta interessando anche il parlamentare Ars Samuele La Vardera.

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