Incarichi, “camerieri” politici e candidature…il centrodestra non c’è più: è guerra tra alleati

 
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Gela. Solo qualche settimana fa, sembravano sicuri di poter varare un’alleanza politica d’acciaio, addirittura firmando le condizioni da mettere sul tavolo del sindaco Domenico Messinese, che solo accettandole avrebbe potuto evitare la terza mozione di sfiducia. Adesso, però, quell’alleanza di ferro è un ricordo quasi ingiallito. Il centrodestra si sta spaccando e in consiglio comunale i due gruppi principali, quello forzista e quello dei fedelissimi di Nello Musumeci, viaggiano su frequenze talmente agli antipodi, da arrivare allo scontro. E lo scontro c’è già stato, con il capogruppo azzurro Salvatore Scerra che si è affrettato a mettere le cose in chiaro. “Chi sta con il sindaco – ha detto – non potrà far parte dell’alleanza di centrodestra per le prossime amministrative”. Ma c’è di più, perché secondo Scerra il sindaco e i suoi assessori possono contare su un gruppo di “camerieri”-consiglieri, sempre a loro servizio e pronti ad aprirgli le porte degli assessorati alla Regione. Il vicepresidente del consiglio comunale, tra gli esponenti di punta del gruppo di Pino Federico, non ha dato altre indicazioni, ma è chiaro il riferimento ai “compagni” d’alleanza di DiventeràBellissima, che a Palermo possono contare su stretti rapporti di fiducia con il presidente Musumeci. Da tempo, del resto, i consiglieri del presidente della Regione sono al centro di tanti dubbi politici, maturati anche nella coalizione di centrodestra. C’è chi li considera fin troppo “tiepidi” verso la giunta e chi ha visto nell’ingresso in municipio dell’assessore Giovambattista Mauro, quasi la formalizzazione di un’intesa politica tra i consiglieri Vincenzo Cascino, Giovanni Panebianco e Anna Comandatore e il sindaco. Loro hanno sempre escluso qualsiasi vicinanza a Mauro.

La sfida è anche per le candidature. L’attacco di Scerra, così, ha aperto il fronte di battaglia, da qualche mese sottoposto a una tregua strategica. Giovanni Panebianco ha preso la palla al balzo per rinfacciare a Scerra gli ultimi accadimenti palermitani. “Io, a Palermo – ha detto – vado solo per i progetti che possano essere utili alla città e non per gli incarichi”. Proprio Scerra ha da poco ricevuto un incarico di collaborazione all’assessorato regionale all’economia, a supporto del vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Il centrodestra locale, al momento, più che un’alleanza di ferro sembra quasi la rivisitazione di uno dei tanti “campi di battaglia”, inscenati a casa del Pd locale. Dem che stanno alla finestra, in attesa di capire se, anche questa volta, il centrodestra si spaccherà irrimediabilmente, arrivando debole alla scadenza delle prossime amministrative. Neanche il tentativo di mettere tutti insieme, provato dai centristi di Noi con l’Italia, sta producendo effetti. Forzisti e fedelissimi di Musumeci non si parlano quasi più e ieri mattina, a Palazzo di Città, ci sarebbe stato un duro confronto verbale tra lo stesso Scerra e il capogruppo di DiventeràBellissima Vincenzo Cascino, quasi un revival di quanto accaduto lo scorso dicembre. In quel caso, dopo il flop in aula della mozione di sfiducia bis, i due vennero quasi allo scontro fisico. Sullo sfondo, già si agita la corsa per le prossime candidature e tutti guardano all’uomo da schierare per tentare di prendere Palazzo di Città. Con queste premesse, sarà quasi impossibile arrivare ad un’intesa complessiva e il centrodestra potrebbe ripresentarsi con più candidati alla poltrona di primo cittadino. Nel duello all’ultima accusa, gli alleati (o forse meglio dire ex alleati) cercano di capire dove andare a parare. Il centrodestra locale, che può contare anche su leghisti, Fratelli d’Italia, Energie per l’Italia e su un piccolo arcipelago di possibili liste civiche e associazioni politiche, per ora è falcidiato da accuse e sospetti.

1 commento

  1. Va bene che l’amministrazione comunale è fallimentare, anche se ostinata a tirare avanti, ma é ancor più vero che la stragante maggioranza di consiglieri tira a campare ed a litigare. Non è evidente il gioco di ambe le parti, ma nessuno vue il bene della città. Sembra che ogni uno, palesemente o artatamente vuole fare il sindaco o ne sponsorizza uno. Ma se il consiglio non vuole questa amministrazione, la soluzione è semplice, tranne eventuali verità e velleità personali. Che ogni coalizione decida le primarie se ha più pretendenti, presenti un programma, dica da dove prenderà le risorse ed a diamo alle urne. Oggi, “chiacchiere e tabacche’ri i lignu”, non li propina solo l’ammistrazione, ma soprattutto il consiglio. Questa non è opinione di chi scrive, ma è vox populi.

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