Inchiesta “Cleandro”, “confermare condanne”: in primo grado ventidue anni a Rinzivillo

 
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Gela. Le condanne che ad inizio anno furono pronunciate dal gup del tribunale di Caltanissetta, nel giudizio abbreviato, vanno confermate. La richiesta, questa mattina, in Corte d’appello, l’ha avanzata la procura generale nissena. Ventidue anni e due mesi di detenzione per il sessantenne Salvatore Rinzivillo, considerato il nuovo boss dell’omonima famiglia di Cosa nostra, coinvolto anche nel filone “Cleandro” della maxi inchiesta “Extra fines”. Per gli investigatori, era a capo di un’organizzazione in grado di commercializzare droga, che pare arrivasse soprattutto dall’estero. Una delle basi logistiche sarebbe stata in Germania, dove Rinzivillo avrebbe avuto l’appoggio di Ivano Martorana (condannato a diciotto anni in primo grado) e Paolo Rosa (per lui dodici anni davanti al gup). La procura generale ha concluso per la conferma delle condanne non solo per Rinzivillo, Martorana e Rosa, sui quali pende anche la contestazione di associazione mafiosa, ma inoltre rispetto alle posizioni degli agrigentini che avrebbero operato in Germania. In primo grado, erano arrivati nove anni di reclusione per Salvatore Gueli e Nicola Gueli, assolti però dal reato di associazione mafiosa. Quattro anni a Mario Cassaro, anche in questo caso escludendo l’aggravante mafiosa. La procura generale ha concluso, sostenendo la piena conferma delle decisioni di primo grado.

Altri presunti complici sono a dibattimento, davanti al collegio del tribunale di Gela. La prossima settimana, sarà invece il turno delle difese, che hanno impugnato le condanne. Gli imputati sono rappresentati in giudizio dagli avvocati Roberto Afeltra, Salvatore Pennica, Lillo Fumo e Alfonso Neri.

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