L’unità nel Pd? Un miraggio! “Il sindaco non ci rappresenta”: Alario media

 
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Gela. I democratici, anche alla luce degli ultimi strali arrivati direttamente dai magistrati della Corte dei conti regionale, cercano di ricucire i tanti strappi che, da mesi, dividono il partito. Impresa tutt’altro che semplice.

Non a caso, al vertice convocato, ieri sera, nella stanza del primo cittadino Angelo Fasulo c’erano i massimi vertici provinciali del Pd, c’erano i segretari dei circoli, c’era il presidente dell’assemblea Carlo Romano, c’era il presidente del consiglio Giuseppe Fava, c’era lo stesso primo cittadino ma mancavano diversi consiglieri.
“Perchè dovevamo andare a questa riunione? – si chiede l’ex capogruppo al civico consesso Enrico Vella – il sindaco non ha neanche avuto l’accortezza di invitarci. Hanno trascorso ore a leggere le note arrivate dalla Corte dei conti, posso benissimo farlo da solo come molti miei colleghi. Da un punto di vista politico e gestionale, le nostre osservazioni le abbiamo già inoltrare al sindaco. Spetta a lui decidere. Sul fronte politico, il primo cittadino non è più un riferimento, almeno per me e per altri consiglieri del Pd”.
Una presa di distanza che, inevitabilmente, continuerà ad avere un peso enorme negli equilibri politici del Partito Democratico locale. L’opera di mediazione, almeno per il momento, viene portata avanti dal segretario provinciale Giuseppe Gallè e dal suo vice Giampaolo Alario. “Non abbiamo discusso nè di rimpasti di giunta nè di eventuali candidature – dice proprio Alario – vogliamo fare chiarezza sulla questione Corte dei conti. Se non sbaglio, nessuno è stato già condannato. Parliamo di note che in molti stanno utilizzando solo per strumentalizzare e avviare una campagna elettorale anticipata che ci interessa ben poco. Cosa avrebbero dovuto fare i consiglieri comunali in carica? Senza votare i debiti fuori bilancio arrivati in aula, l’ente sarebbe andato in dissesto”.
Il vice segretario, comunque, non nega l’esigenza di fare chiarezza con l’obiettivo d’individuare gli eventuali responsabili. “Chiaramente – continua – non possiamo fare a meno di capire se vi siano colpe anche dei dirigenti di Palazzo di Città. Parliamo di debiti che si trascinano da anni, spesso da decenni. Per il resto, noto solo inutili polemiche. Il sindaco Angelo Fasulo ha tutte le carte in regola, come uscente, per avanzare la propria candidatura. Mi pare, fino ad ora, che nessuno lo abbia condannato, a differenza di ciò che vorrebbero far credere in molti”.
Adesso, il Pd, al pari dell’intera maggioranza, è chiamato alla prova della Tasi, l’imposta per i servizi ai cittadini, che attende l’eventuale nulla osta dal civico consesso. Sarà salata oppure leggera? “La nostra linea è chiara – conclude Vella – le tasse non vanno aumentate per nessuna ragione. A meno che il sindaco non voglia far cassa e pagare altri debiti”.

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