La confisca dei beni di Consiglio, in appello si riapre il giudizio: disposti nuovi approfondimenti

 
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Gela. Vanno effettuati ulteriori approfondimenti sull’attuale situazione economica e di vita dell’ambulante cinquantunenne Rosario Consiglio, negli scorsi anni coinvolto nell’inchiesta antimafia “Inferis”. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno deciso di non chiudere il procedimento con un verdetto. Devono pronunciarsi sul ricorso presentato dai legali di Consiglio, gli avvocati Salvo Macrì e Giacomo Ventura. La difesa contesta il provvedimento di confisca di beni per circa cinquecentomila euro. In primo grado, è arrivato un verdetto sfavorevole dai giudici del tribunale delle misure di sorveglianza di Caltanissetta, che hanno disposto la confisca. Per i pm della Dda di Caltanissetta, l’ambulante sarebbe stato molto vicino al boss Peppe Alferi e i beni confiscati sarebbero da legare ad introiti illeciti. Una ricostruzione che la difesa ha sempre escluso. E’ stata prodotta documentazione finanziaria che andrebbe ad avallare la tesi dei legali. Come sostenuto dallo stesso Consiglio, si tratterebbe di beni ottenuti solo con il lavoro.

In appello, la difesa ha continuato a chiedere la revoca della confisca, basandosi su una serie di atti e perizie. I giudici nisseni vogliono verificare in maniera più approfondita, concentrandosi sul periodo successivo alla scarcerazione dell’ambulante. Gli elementi prodotti dai legali sembrano aver aperto un possibile spiraglio. In aula, si tornerà il prossimo febbraio.

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