La nuova organizzazione dei Rinzivillo nell’inchiesta “Extra Fines”, gli imputati dal gup

 
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Gela. Sono state accolte le richieste di giudizio abbreviato formulate dai difensori di diversi imputati, finiti nell’inchiesta antimafia “Extra fines”, che ha consentito di ricostruire i nuovi canali d’affari del gruppo mafioso dei Rinzivillo. Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Caltanissetta ha autorizzato i riti alternativi proposti dai difensori. Per gli investigatori, a comandare la famiglia sarebbe arrivato Salvatore Rinzivillo, fratello dei boss ergastolani Antonio e Crocifisso, già condannato a quindici anni e dieci mesi di reclusione nell’altro troncone dell’inchiesta, quello romano ribattezzato “Druso”. A novembre, verranno discusse le posizioni dello stesso Rinzivillo e di Giandomenico D’Ambra, Gaetano Massimo Gallo, Giuseppe Flavio Gallo, Filippo Giannino, Marco Lazzari, Ivano Martorana, Rolando Parigi, Aldo Pione, Rosario Pione, Alessandro Romano ed Emanuele Romano. Per i pm della Dda di Caltanissetta, avrebbero tutti avuto un ruolo nelle estorsioni e nella gestione delle armi a disposizione della famiglia che si stava riorganizzando, puntando anche su settori economici strategici come l’ingrosso di ortofrutta e quello ittico su larga scala, attraverso società di fiducia.

Per gli inquirenti, Rinzivillo non avrebbe trascurato i canali della droga, attraverso contatti con la Germania. I primi verdetti potrebbero essere emessi già a dicembre. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Maurizio Scicolone, Francesco Enia, Cristina Alfieri, Giuseppe D’Acquì, Rocco Guarnaccia, Giovanni Lomonaco, Michele D’Agostino, Umberto Goffi, Angelo Pacchioni, Patrizio Mercadante, Roberto Afeltra, Grazio Ferrara, Domenico Mariani, Giuseppe Minà, Francesco Maggiolini e Pierpaolo Dell’Anno.

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