La piccola Gloria morì a “Tor Vergata”, medici condannati: “Ci fu loro responsabilità”

 
0

Gela. Due anni e due mesi di reclusione per tre medici che effettuarono l’intervento chirurgico, rivelatosi fatale per la piccola Gloria Ascia, che perse la vita nel 2013, al policlinico Tor Vergata di Roma. I giudici del tribunale capitolino, al termine di una lunga istruttoria dibattimentale, hanno disposto la condanna nei confronti del professore Mario Dauri, di Giorgio Onori e Nicola Bruni. La richiesta della procura era di due anni e sei mesi di detenzione. Secondo i pm romani, infatti, ci furono chiare responsabilità mediche, che portarono al decesso. “I tre anestesisti del policlinico Tor Vergata attesero l’11 settembre 2013 per l’intervento di posizionamento di un catetere venoso centrale, a seguito del quale per una serie di ritardi diagnostici la piccola Gloria subì un arresto cardiocircolatorio per emotorace destro e emopericardio da lesione della vena cava superiore e del ventricolo destro”, si legge in una nota dei legali Giorgio Altieri e Ida Blasi, dello studio Tonucci&Partners, che hanno assistito la famiglia Ascia, parte civile nel procedimento. I tre medici erano già stati rinviati a giudizio. Un intervento che sembrava di routine, durò oltre quattro ore, ma per la piccola Gloria non ci fu nulla da fare. Le difese dei tre imputati hanno sempre escluso responsabilità. La decisione è stata emessa dal giudice Chiara Bocola, che ha anche riconosciuto le richieste delle parti civili, i genitori della bambina (Antonino Ascia e Rosaria Avenia), il fratello e i nonni. La famiglia Ascia, subito dopo l’accaduto, iniziò una lunga lotta per avere la verità.

E’ stata assistita anche dall’avvocato Gioacchino Marletta, che ha seguito le fasi, complesse, di un procedimento penale, conclusosi oggi in primo grado. “Per noi, è una condanna esemplare – spiega Marletta – sono stati sette anni e mezzo di battaglie, in un procedimento molto difficile. Sono risultate palesi, al giudice, le responsabilità e le omissioni, anche per quello che non è stato fatto alla bambina”. Il giudice ha disposto il termine di novanta giorni per il deposito delle motivazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here