La “terra dei fuochi” del Biviere arriva alla Commissione Ue, “dietro ai roghi c’è la criminalità”

 
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Uno dei tanti roghi di rifiuti pericolosi a ridosso del lago Biviere

Gela. La “terra dei fuochi” del Biviere finisce alla Commissione Europea. Il parlamentare del Movimento cinque stelle Ignazio Corrao ha portato il caso a Bruxelles. Da mesi, ormai, i responsabili della Riserva Orientata denunciano la presenza di smaltimenti illeciti e incendi di rifiuti speciali. Una bomba ecologica, ancora più grave rispetto al passato. Emilio Giudice, tra i referenti locali della Lipu che si occupa della riserva, ha messo a conoscenza della situazione anche il tavolo tecnico ministeriale. L’accelerazione di Corrao arriva dopo l’attentato incendiario subito da Riccardo Zingaro, che a sua volta denuncia lo scempio dell’area di Acate, a ridosso della fascia protetta del Biviere. Il parlamentare non esclude neanche la mano della mafia della plastica. “La Commissione Europea ci dica per vie ufficiali – spiega Corrao – se è a conoscenza dello stato attuale dei siti Natura 2000 tra i quali quello dell’area che va da Macconi a Marina di Acate al Biviere di Gela, dove è in atto una vero e proprio scempio ambientale”. 

E’ stata presentata un’interrogazione. “I siti Natura 2000 Biviere e Macconi di Gela, Torre Manfria, Biviere di Gela, Piana di Gela – spiega Corrao – subiscono da anni un forte degrado ambientale dovuto all’utilizzo della plastica nelle serre agricole. In queste zone, è diffusa la pratica sistematica del rogo dei rifiuti derivanti dall’attività serricola per mano della criminalità organizzata che gestisce il traffico illecito delle plastiche contaminate, lo smaltimento illecito e l’imposizione della raccolta della plastica utilizzata per la copertura delle serre. Soprattutto la copertura di plastica delle serre, determina la contaminazione del suolo, della falda acquifera e del cibo esponendo e mettendo a rischio la salute dei cittadini dalle sostanze inquinanti. In particolare, il tratto di litorale Macconi, caratterizzato da dune sabbiose, è invaso da rifiuti serricoli come plastica, fusti, contenitori di pesticidi, manufatti in cemento, polistirolo. L’area necessita quindi di un intervento di bonifica nonostante la zona sia protetta dalla legislazione europea e sia interessata dal fenomeno dell’erosione costiera”. Sono contenuti trasposti nell’interrogazione presentata dal grillino e che mette in luca una serie di gravi violazioni. L’area del Biviere è senza controlli e ormai anche i corsi d’acqua limitrofi sono stati trasformati in discariche abusive. La scorsa settimana, Emilio Giudice non ha nascosto che la Regione, quasi come un paradosso, potrebbe decidere di trasferire i fondi per il risanamento dell’area ad altri capitoli di spesa. Si tratta di almeno 22 milioni di euro. “Sarebbe inoltre auspicabile – conclude Corrao – che la Commissione promuova l’utilizzo della bioplastica in agricoltura sostenendo gli agricoltori e incentivandoli”.

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