Noi Siciliani abbiamo subito, oltre al dolore, il disonore

 
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Parliamo un po’ di filosofia Ciceroniana, il grande oratore romano nelle sue opere “Le Tuscolane “ si cimenta con i grandi filosofi Greci e come nel Simposio di Platone, assume come suo interlocutore un amico carissimo. Il tema che l’autore affronta in una parte del suo testo, riguarda il dolore e il disonore. Fino ad un certo punto della sua dissertazione, il dolore costituisce la parte più drammatica dell’essere umano, perché la sofferenza fisica è insopportabile per l’uomo a qualsiasi titolo viene imposta e assume per tutti il male supremo sia per i poeti che per i filosofi. Lo stesso Ercole, nelle Trachinie di Sofocle, dice: Oh, quante pene indicibili, atroci non soffersi nel corpo, non sostenni con l’anima! Oh,figlio! Mostra a tuo padre che meriti questo nome, non lasciare che prevalga l’amore per tua madre, ora ch’ìo muoio.
Lo stesso Eschilo, secondo la tradizione, oltre che poeta, fu anche seguace di Pitagora, nella sua tragedia Prometeo incatenato, il Titano reagisce al dolore con cui è punito del furto di Lemmo: Così mi ha inchiodato Giove, il figlio di Saturno. Se poni la stessa domanda a Epicuro, lui ti dirà che un dolore da poco è male più grande del peggiore disonore. Per tutti gli altri filosofi poeti, particolarmente gli stoici,”niente è male se non la vergogna il disonore e il vizio”.
Non esiste male all’infuori dell’immorale . Noi duo Siciliani abbiamo subito oltre al dolore la cosa più grave il disonore e non sazi di tutto, per 160 anni, hanno continuato a calpestare la nostra dignità chiamandoci briganti, terroni, poveri e miserabili, aiutati in questo dai nostri grandi poeti meridionali e italiani. Non possiamo non citare i nostri grandi uomini di cultura, dedicati esclusivamente a fare conoscere e rafforzare le scelleratezze dei piemontesi ignoranti e bovari, che fino al 1860 erano stati ridotti dal Re Sabaudo, Vittorio Emanuele II, ad un popolo di emigranti (più di 1.000.000 di piemontesi si erano spostati nel Sud dell’America in cerca di lavoro). I nostri uomini di cultura si sono sforzati di tramandarci la nostra ignoranza, la nostra incultura e tutto ciò che i nordisti chiedevano per dimostrare la loro grande preparazione industriale e culturale.

Questo grazie a Luigi Capuana, Giovanni Verga, Benedetto Croce, Francesco Crispi, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Luigi Pirandello e oggi il grande Camilleri (Cittadino onorario gelese) che con il suo Commissario Montalbano, cavallo di battaglia della RAI TV, viene a spiegarci in una Sicilia degradata, le grande prodezze di questo Commissario.
Oggi che molte carte sono state scoperchiate dobbiamo solo sostenere che fino al 1860 il Regno delle Due Sicilie con i Re Borboni , era il terzo Regno più importante del mondo , dopo le potenze Britanniche e Francesi e in molti campi venivamo superari solo dai Britannici, vedi la flotta navale civile e militare . Avevamo la minore mortalità infantile d’Europa , le scuole e le università più rinomate dell’Italia , un sistema economico molto solido con il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli, con una zecca molto avanzata e una borsa valori .di fama Europea. Avremo modo di approfondire che con San Leucio, Mongiano, Pietrarsa e tanti alti posti nel meridione, l’industria era la più affermata dell’Italia e che le eccellenze ,nascevano nel meridione per il talento dei meridionali e la cultura dominante nel regno delle Due Sicilie. Non possiamo dimenticarci che eravamo sì un popolo a conduzione feudale come del resto tutta l’Italia del nord, ma con una propensione all’industrializzazione, molto avanzata per il numero di operai , occupati nelle numerose fabbriche più moderne del periodo, prima che i nordisti venissero a colonizzare il meridione, con una guerra non dichiarata. Problemi che ci proponiamo di affrontare nei prossimi articoli , per portare a conoscenza degli scettici o dei convinti mentitori , che il meridione è stato da sempre la culla della civiltà,dai Cartaginesi, dai Fenici, dai Romani e dagli Svevi. Se non avessimo avuto l’intervento militare dei ladri nordisti con una guerra non dichiarata, oggi il popolo meridionale sarebbe il carro trainante dell’economia nazionale. Tutti questi discorsi, non servono per piangerci addosso ma per fare prendere coscienza della realtà storica e sociale del sud.
Questo per evitare che un nordista di qualsiasi regione del nord Italia. posso solo dire che siamo stati mantenuti dal popolo del nord e che loro nella qualità di carro trainante fanno sfocio di tutte le eccellenze costruite con i nostri risparmi. I Veneti che con un plebiscito bulgaro fecero parte dell’unificazione del Regno d’Italia, nel 1866, oggi chiedono maggiore autonomia per evitare che i loro risparmi potessero essere spesi al sud. Ma questi sapientoni. non si chiedono perché gli aeroporti, gli ospedali , le autostrade,le ferrovie tutte le eccellenze vengono fatte al nord? Sono convinte che se il Dio particolare che adorano,visto che quello dei popoli civili allora denigrato con il saccheggio delle chiese e on l’uccisione dei preti, avesse pensato di chiudere gli occhi e si fosse impegnato solo per loro, facendoli crescere per miracolo? Ma se veramente avessimo rubato i loro guadagni, come si spiega che noi continuiamo ad essere più poveri e loro sempre più ricchi? Ma noi fiduciosi nella divina provvidenza Manzoniana e nel credo religioso, aspettiamo la resurrezione della carne e la resurrezione del nostro popolo. E visto che tutti i mali non vengono per nuocere, ci aspettiamo che quelli subiti, possono nel breve termine essere ricompensati. Il messaggio cristiano che volutamente abbiamo fatto prevalere in questa nostra dissertazione storica, ci auguriamo che possa intenerire i nostri politici, venduti alla massoneria dominante e ai nostri uomini di cultura con un minimo di dignità, di approfondire questo argomento straziante per il popolo Duo Siciliano.

4 Commenti

  1. sono perfettamente in sintonia con il redattore del documento e soffro da tempo nel vederci trattati come dei mantenuti.
    che facciamo? o che possiamo fare oltre a socializzare questi fatti?
    salvatore murella

  2. Gentile Sig. Maganuco, ho il piacere di parteciparLe che ho riportato il Suo bello e veritiero articolo (con l’indicazione dell’Autore e della relativa Testata) su www. regnodelleduesicilie.eu.
    Distinti saluti, Giovanni Maduli.

  3. Per fortuna abbiamo sempre nuovi neo-storici a fornirci nuove informazioni. Qui scopriamo – si fa per dire – che il Regno delle Due Sicilie era “il terzo regno più importante al mondo. E giù un lungo elenco di affermazioni – manca solo la fola delle scuole chiuse per dieci, o forse quindici, anni dopo il 1861 – del tutto prive di riscontri. Vogliamo sostituire solo qualche numero agli aggettivi?
    Quanti km. di ferrovia costituivano la sua rete ferroviaria nel 1861? 126. Oseremo confrontarli con gli appena 11.089 dei paesi tedeschi, i 1051 della Svizzera, i 1730 dell’insignificante Belgio o i 53.416 degli Stati Uniti sempre nello stesso anno? E vogliamo parlare dell’industria cotoniera? Ben 70.000 fusi attivi nel 1860. E la perfida Albione? 31 milioni. La derelitta Francia? Cinque milioni e mezzo. I soliti tedeschi? Due milioni e duecentomila. Il povero Belgio? 612.000. Non trascuriamo neppure la strepitosa produzione di ghisa. La Germania arrancava con le sue 422.000 tonnellate annue, il Belgio non superava le 366.000, gli ungheresi ne producevano non più di 80.000. Nulla, a confronto delle forse 15.000 del regno borbonico.
    Meno male che ci sono i «neo-storici» a mettere a posto le cose. Se citassero ogni tanto anche qualche dato significativo, saremmo loro ancora più grati.

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