Omicidio Martines, verso chiusura indagini: Chi sparò al trentottenne?

 
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Gela. I magistrati della procura della repubblica di Gela si apprestano a chiudere le indagini relative all’omicidio dell’imprenditore edile trentottenne Francesco Martines, ucciso nel dicembre di un anno fa.

Per il delitto, a distanza di sole poche ore, venne bloccato ed arrestato il quarantaseienne Angelo Meroni, difeso dall’avvocato Davide Limoncello. “’U baggianu”, questo il soprannome affibbiato allo stesso Meroni, fu da subito ritenuto uno dei responsabili della morte di Martines.
Insieme al pluripregiudicato, venne fermato anche il figlio della sua compagna, un minore di sedici anni. La chiusura delle indagini, comunque, potrebbe generare cambiamenti, soprattutto sul piano della ricostruzione degli ultimi momenti di vita della vittima.
Al centro degli approfondimenti, c’è stata l’identità di chi sparò contro Francesco Martines. Lo stesso Angelo Meroni oppure il minore che lo accompagnava? Gli inquirenti hanno cercato di mettere a fuoco ciò che sarebbe accaduto a bordo della Fiat Punto, condotta da Angelo Meroni e sulla quale viaggiavano Francesco Martines, il sedicenne ed un ambulante che non avrebbe avuto alcun ruolo, nei minuti precedenti gli spari.
La vittima, in base alle prime ricostruzioni, avrebbe contattato Meroni per chiedergli spiegazioni rispetto ad un furto messo a segno nel cantiere avviato dall’azienda intestata alla moglie all’interno del cimitero Farello. Mezzi e materiali per circa trentamila euro vennero sottratti. L’imprenditore edile avrebbe sospettato subito di Meroni, ritenuto uno dei capi di una banda dedita ai furti lungo il perimetro cittadino.
Incontratisi davanti al bar Raquette di via Venezia, i tre salirono a bordo della Fiat Punto seguiti da un’altra vettura, al cui interno sedevano il fratello di Martines, Salvatore, ed il cugino Vincenzo Alferi. Gli spari fatali sarebbero partiti quando l’auto giunse in prossimità di via dell’Acropoli, a pochi metri dal palazzo di giustizia.
La chiusura delle indagini, adesso, potrebbe riservare particolari decisivi per l’individuazione dell’autore dei fatali colpi.

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