Porto non pervenuto, lavori mai partiti: Lorefice, “silenzio tombale, Musumeci ha fallito”

 
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Gela. Il futuro più immediato della portualità locale è, per ora, avvolto nelle nebbie dell’incertezza, politica e burocratica. Non sono stati definiti i tempi del passaggio delle strutture locali sotto l’egida dell’Autorità portuale della Sicilia Occidentale, nonostante il decreto ministeriale che dovrebbe servire a tracciare i confini di una ripartenza del comparto, attesa da decenni. Sui lavori al porto rifugio, da mesi è piombato il silenzio. A settembre dello scorso anno, si accertò che era ormai scaduta la caratterizzazione delle sabbie e i tecnici della Regione chiesero e ottennero un termine di otto mesi, per tentare di riprendere le redini di un procedimento, che evidentemente gli era già sfuggito di mano. Cosa accadrà, è difficile capirlo. Incontri ufficiali non se ne tengono da tempo e anche il riacutizzarsi del contagio Covid non favorisce gli ingranaggi di una macchina burocratica, che sicuramente non ha mai brillato per agilità. I componenti del comitato pro-porto non smettono di denunciare la stasi che si è impadronita di tutto il procedimento. “Sul porto rifugio e sui lavori è caduto un silenzio tombale – dice il senatore grillino Pietro Lorefice – gli otto mesi? Hanno solo preso tempo. E’ stato un escamotage per allungare il brodo. Il rup non risponde neanche al telefono. Che soluzione vogliono portare?”. I dubbi sono pesanti e riguardano anche il piano di caratterizzazione delle sabbie del sito portuale, che rientra nell’area Sin. “Hanno presentato il piano di caratterizzazione al Ministero e all’Ispra – aggiunge Lorefice – servirebbero nuovi campionamenti, ma si sono limitati a fare la batimetria”. Ad oggi, un totale insuccesso, con il porto rifugio che risente dell’insabbiamento e dell’assenza di qualsiasi intervento. “Il procedimento rientra nella competenza del dipartimento della protezione civile e quindi è direttamente riferibile al presidente della Regione Nello Musumeci – dice il senatore – è stato un fallimento. Ne risponde direttamente Musumeci. Ha tentato di scaricare sui suoi assessori di fiducia, i fedelissimi Cordaro e Turano, ma le responsabilità sono sue. In oltre quattro anni e a meno di nove mesi dalla fine della legislatura, ha dimostrato di essere inadeguato, inefficace e inefficiente”.

Sulle aree del porto rifugio, mesi fa, era stato annunciato un progetto, proposto, in partnership, dall’amministrazione comunale e da Sicindustria. Al momento, però, si fa fatica a capire dove possa collocarsi un sito, insabbiato, che è rimasto sospeso tra la Regione e l’Autorità della Sicilia Occidentale, che dovrebbe subentrare. Sono rimasti “congelati” anche i fondi per i lavori, resi disponibili dall’accordo che fu concluso con Eni.

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