Pozzi fermi all’Enimed per la burocrazia regionale, le autorizzazioni sono bloccate

 
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Gela. La ricerca di nuovi, potenziali, pozzi estrattivi rimane ferma. Le richieste già inoltrate dai funzionari di Enimed ai tecnici dell’assessorato regionale territorio e ambiente, infatti, non sembrano potersi sbloccare.

Il rischio, quindi, è quello di un effetto a catena capace di coinvolgere l’intero sistema estrattivo locale. Un timore messo in luce dai dirigenti di Enimed nel corso di un doppio incontro avuto con i sindacati del settore.
Al tavolo, infatti, oltre ai rappresentanti dei lavoratori interni all’azienda, c’erano i segretari del settore chimico Silvio Ruggeri, Alessandro Piva e Francesco Emiliani. I manager del gruppo Eni, almeno in questa fase, hanno escluso qualsiasi intervento sul piano del personale già in servizio: gli stessi sindacati, infatti, hanno chiesto un rafforzamento per evitare lunghi turni di straordinario. La vera preoccupazione, però, è legata a ciò che accade nei palazzi della regione. Il dubbio, adesso, riguarda anche la conferma delle concessioni rilasciate ai funzionari di Enimed per operare sul territorio locale.
Senza sicurezze, perlomeno su questo fronte, il prossimo futuro del settore estrattivo locale potrebbe essere non più così certo.
La burocrazia regionale, quindi, come confermato davanti agli stessi sindacalisti del settore, sta diventando un avversario difficile da superare.

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