Proteste contro le misure anti-Covid, in piazza cronaca di un’altra occasione persa

 
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Forze dell'ordine nel luogo del raduno autoproclamato

Gela. È da poco passata la mezzanotte quando Piazza Umberto si svuota, a terra cocci di vetro, resti di bengala bruciati e pietre sono il segnale di quanto accaduto fino a poco prima.
Gli uomini del reparto antisommossa dei Carabinieri di Palermo e del reparto mobile della Polizia di Catania depongono scudi ed elmetti. Con loro anche gli agenti della Guardia di Finanza e della Digos.
Il racconto della serata di mercoledì è tutto negli ultimi frame registrati dalle telecamere delle troupe presenti sul posto.
Doveva essere una manifestazione spontanea a favore e a tutela dei commercianti e dei ristoratori, messi in ginocchio dall’ennesimo semi lockdown messo in atto dal nuovo Dpcm del governo Conte ed invece quello che è andato in scena è stato solo un pessimo show di negazionismo e teppaglia, a causa di pochi facinorosi che hanno rubato la scena a chi in quella piazza era venuto per protestare pacificamente e a pieno diritto.
La manifestazione è stata ovviamente disertata dai rappresentanti delle associazioni dei commercianti. Era spontanea, non autorizzata, e per questo le associazioni di categoria hanno preferito tenersene alla larga.
Tutto inizia poco dopo le 22, quando piazza Umberto comincia a riempirsi di gente. Ci sono diversi gestori di bar e di pizzerie e i titolari di palestre e centri fitness, i più colpiti dal Dpcm che impone chiusure anticipate. Sono tra i primi a prendere la parola per lamentare la mancanza di aiuti dello Stato. Ma la scena gli viene immediatamente rubata da un gruppo di fantomatici “Gilet Arancioni”, che iniziano a sproloquiare le loro tesi negazioniste e complottiste, prendendosela un po’ con tutti, dai politici ai giornalisti fino ad arrivare al top delle loro teorie, la presunta dittatura sanitaria delle mascherine.
Da qui in poi la manifestazione inizia a perdere di significato, molti commercianti vanno via arrabbiati e delusi, altri provano a riportare la manifestazione agli scopi originari senza però riuscirci.
La tensione sale ed iniziano ad esplodere dal fondo della piazza i primi petardi. L’obiettivo adesso diventa il sindaco Lucio Greco, reo secondo alcuni di non essere sceso in piazza con i manifestanti.
Il gruppo a quel punto decide di muoversi verso la casa del primo cittadino ma viene immediatamente bloccato da uno schieramento di polizia e Carabinieri con scudi e sfollagente. I due gruppi si fronteggiano in un’atmosfera surreale ma per fortuna non c’è mai contatto diretto.
Gli animi sembrano calmarsi per un po’ grazie al sangue freddo dei poliziotti, dei carabinieri e dei finanzieri schierati e anche grazie al fatto che gran parte dei manifestanti sono lì con intenzioni assolutamente pacifiche.
La calma però dura poco meno di mezz’ora, interrotta da una trentina di facinorosi con il volto travisato da cappucci e mascherine che iniziano a lanciare petardi e bengala all’indirizzo delle forze dell’ordine.
Un gruppo di loro tenta di prendere di sorpresa gli agenti schierati, aggirando la Chiesa Madre e uscendo fuori da via Morso da dove lanciano bottiglie di vetro contro i furgoni dei Carabinieri.
Altri provano ad aggirare la piazza dal lato sud cercando di farsi strada da via Caronda, ma un «cellulare» della polizia copre subito il varco, mentre gli uomini a piedi dispongono a scudo.

Sono passate da poco le 23. Gran parte dei manifestanti pacifici ha già abbandonato la piazza. I facinorosi continuano con il lancio di petardi e sassi, molti indirizzati anche ai giornalisti che stavano documentando la serata.
A quel punto le forze dell’ordine rompono gli indugi e si muovono con gli autoblindo verso gli incappucciati, disperdendoli.
Per tutta la serata gli agenti dell’Ufficio investigazioni generali del Commissariato hanno filmato volti e gesti dei facinorosi, hanno provveduto ad acquisire anche le immagini girate dalle varie troupe presenti.
Tutto il materiale verrà sbobinato e controllato nelle prossime ore. I responsabili rischiano pesanti imputazioni penali. Diverse persone, già al termine della protesta, sono state bloccate e identificate.
Piazza Umberto, subito dopo, è tornata deserta. Resta solo l’amaro in bocca di un’ennesima occasione sprecata.

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