“La restituzione di metu00e0 dello stipendio dei dipendenti u00e8 una forma di pizzo”

 
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Gela. C’erano gli imprenditori, qualche commerciante, consiglieri comunali e assessori, un gruppo di studenti, oltre alle autorità militari e civili. La passeggiata antiracket è un appuntamento tradizionale in città. L’associazione Gaetano Giordano è diventato un modello da esportare ma non bisogna abbassare la guardia.

Se il pizzo, per dirla alla Renzo Caponetti, è quasi finito, non lo è la delinquenza minorile. Poi ci sono altri modi di estorcere denaro. Come ad esempio restituire metà dei soldi al commerciante che paga il dipendente con gli assegni, o il tanto lavoro sommerso.

Tra gli ospiti che hanno raccolto l’invito dell’associazione c’erano il commissario nazionale antiracket Elisabetta Belgiorno, il prefetto Carmine Valente, il questore Filippo Nicastro e poi Tano Grasso, presidente della Fai. “A Gela si sono ottenuti risultati straordinari – ha detto – ma adesso bisogna andare a investire in città come Piazza Armerina, Niscemi, dove bisogna fare nascere altre associazioni ed esportare il modello Gela. Purtroppo i commercianti che denunciano sono in Sicilia ancora una piccola minoranza. Non c’è alcuna ragione per festeggiare, ma c’è un percorso impegnativo da fare. Il modello Gela, Capo d’Orlando, Ercolano, San Vito dei Normanni funziona perchè mette insieme i commercianti e le istituzioni”.

“L’azione di contrasto – ha ricordato Grasso – non si limita agli arresti degli estortori ma alla liberazione del territorio. A Gela l’azione dello Stato fu incisiva con Bronz, ma Gela non cambiò. La chiave di volta sono stati gli operatori economici che mettono la loro faccia”.

Sul corso Vittorio Emanuele ci sono gli studenti della scuola media Ettore Romagnoli e i giovani dell’associazione Il Volo. “L’associazione di Gela – dice Elisabetta Belgiorno – è un esempio tangibile della bontà del lavoro fin qui svolto. Ho incontrato con emozione la signora Giordano e la mini associazione antiracket. E’ un bel seme lanciato da chi ha iniziato alla carbonara. Il fatto che ci siano gli studenti è un segno importante. I ragazzi devono essere portatori sano di questo contagio. Non ci devono più essere eroi come Gaetano Giordano. Se aumenta la fiducia aumentano le denunce. Il pizzo è una forma di schiavitù”.

 

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