“‘U prufussure” interessato al fotovoltaico, cercava terreni per investire

 
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Gela. Prima del suo arresto, aveva sondato il campo per far sbarcare in città il grosso affare del fotovoltaico.

Carmelo Barbieri, ritenuto dagli investigatori la vera longa manus del boss ergastolano Giuseppe Madonia, si era messo a disposizione di imprenditori del settore, intenzionati ad investire grosse cifre.
Un affare importante, quello delle energie rinnovabili: soprattutto in un territorio come quello locale. Un particolare che emerge dagli atti di diversi procedimenti che riguardano l’ex docente di educazione fisica, attualmente sottoposto al programma destinato ai collaboratori di giustizia.
Da tempo, infatti, Barbieri aiuta i magistrati che seguono le indagini avviate sul suo conto e su quello dei tanti sodali della famiglia Madonia. L’obiettivo era molto semplice, individuare appezzamenti di terra, anche di estese dimensioni, per installare pannelli e sistemi fotovoltaici. Il suo compito sarebbe stato quello dell’intermediario: individuare i proprietari intenzionati alla cessione e contrattare l’eventuale prezzo di vendita. Per questa ragione, Barbieri si muoveva fra le sue conoscenze: ampliando il raggio d’azione anche a professionisti indicatigli da altri operatori del settore.
Così, lo sguardo vigile dell’ex docente cadde anche sulla zona della vecchia stazione ferroviaria. In quest’area, infatti, avrebbe voluto concludere l’affare con un professionista locale, proprietario di alcuni appezzamenti di terreno. Anche in questo caso, la scelta era finalizzata alla realizzazione di un sistema di pannelli in grado di produrre energia assorbendo i raggi solari.
Una trattativa ammessa dallo stesso Barbieri davanti ai magistrati che stanno raccogliendo le sue dichiarazioni. Le parti, dopo i primi incontri, non riuscirono a trovare il fatidico accordo. Ad ostacolare il buon esito dell’affare, infatti, fu proprio l’arresto di Carmelo Barbieri: finito in manette in una fase nella quale la sua adesione al gruppo Madonia fu definitivamente disarticolata dagli investigatori.
Quella dei terreni nella zona della vecchia stazione ferroviaria, però, non fu l’unica trattativa avviata dal fedelissimo di Giuseppe Madonia: altre, infatti, erano state intavolate sempre allo scopo di ottenere spazi appetibili sui quali installare sistemi per la diffusione delle energie rinnovabili in città. In questo senso, stando anche agli inquirenti, il gruppo coordinato da Barbieri avrebbe compreso, con alcuni anni d’anticipo, l’enorme business celato dietro la realizzazione d’impianti fotovoltaici.
L’arresto e la successiva scelta di collaborare con gli inquirenti, comunque, misero fine all’attività di ricerca e agli incontri d’affari. Intanto, le dichiarazioni di Barbieri continuano ad essere utilizzate dagli inquirenti su diversi fronti.

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