“Su atti finanziari ci sarà confronto nel nostro gruppo”, Giudice: “Pd è zavorra di sè stesso”

 
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Il consigliere comunale Paola Giudice

Gela. L’arrivo in aula consiliare del rendiconto 2021 e della proposta di adesione al piano di riequilibrio, era più che preventivabile, qualche riflessione, in termini politici, inizierà a farla maturare. Tra le fila dei progressisti, a breve ci sarà un confronto. L’intergruppo “Unità progressista” sta maturando una posizione che verrà poi ufficializzata lunedì prossimo. Difficilmente potrà esserci un supporto agli atti finanziari dell’amministrazione, nonostante la linea della “responsabilità” seguita in questi mesi. Ci sarà inoltre da ricomporre un feeling politico che nell’area di centrosinistra sembra essersi smarrito. Il voto sull’Unione dei Comuni, nonostante i due consiglieri eletti, ha fatto traballare più di qualche certezza. “Non mi sono piaciute le dichiarazioni dei civici, al limite dell’offesa. Diciamo che mi sono sembrate molto scomposte – dice il vicepresidente del civico consesso Paola Giudice – siamo rimasti in aula per il voto della seconda griglia dell’Unione dei Comuni perché c’erano due nostri consiglieri da sostenere, anche se qualcuno sembra voler disconoscere tutto. Il voto sulla prima griglia non è certo saltato per colpa nostra”. Giudice conferma che ci saranno valutazioni interne da assumere prima del voto sugli atti finanziari. Il fronte progressista, però, potrebbe svilupparsi con un andamento piuttosto altalenante. Quello che pare meno saldo è il dialogo con il Pd. Le dimissioni del segretario Guido Siragusa, che ha sostenuto l’iniziativa della coalizione, rimette tutto in gioco. Giudice non ha alcuna intenzione di interfacciarsi con un partito che al momento non ha un riferimento.

“Il Pd, questo è quello che penso, è la zavorra di sé stesso e dell’intero centrosinistra – precisa – non riesce ad uscire dal baratro nel quale si è infilato o l’hanno infilato determinati personaggi che si atteggiano a leader ma hanno solo distrutto il partito, arrivando a perdere il seggio all’Ars dopo trent’anni. La rappresentanza in consiglio comunale si è assottigliata al massimo. Parlano i dati. Vogliono continuare a perseguire una gestione totalmente fallimentare. E’ una zavorra. Ci sono persone che non danno margine di respiro al partito e l’emorragia di iscritti è evidente. Questo si riverbera su un’eventuale coalizione che al momento non c’è”.

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