“Un tavolo complesivo sulla sanità locale”, comitato: “Tante emergenze oltre a Covid”

 
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Gela. Serve un tavolo complessivo sulla sanità locale e non soltanto limitato all’emergenza Covid. I componenti del comitato “Sos Vittorio Emanuele” hanno chiesto e ottenuto il confronto della scorsa settimana, alla presenza dei manager Asp ma anche della politica e del presidente di raffineria Eni Francesco Franchi. “Franchi ha nuovamente precisato che la progettazione esecutiva dei posti e relative attrezzature di terapia intensiva promesse per l’ospedale già a marzo 2020, è stata completata – dicono Francesco Tilaro, Luciana Carfì e Filippo Franzone – si attendono ora solo le autorizzazioni dell’Asp nissena e del Comune di Gela per l’inizio dei lavori. Intanto l’urgenza è rappresentata dai Covid hotel”. Il comitato, nato ufficialmente la scorsa estate, sembra apprezzare gli sforzi rivolti verso il nosocomio ma servono interventi urgenti e non solo legati all’emergenza Covid. “Le nostre rivendicazioni sono oramai note e risapute, non fosse altro perché aderenti a deficit oggettivi. Mentre scatta l’allarme per la saturazione dei posti letto legata all’emergenza Covid, a cui si ovvierà a questo punto trasferendo pazienti gelesi in altri nosocomi, facciamo rilevare che siamo la realtà ospedaliera in Sicilia col più alto numero di posti letto, oltre 80, non attivati benché approvati dalla programmazione sanitaria regionale con tanto di decreto assessoriale. Una carenza non legata all’emergenza di quest’ultimo anno, ma ad una latitanza nella gestione dell’Asp che si trascina da anni. E’ nota la carenza di medici anestesisti rianimatori in tutti gli ospedali periferici della Sicilia e Gela non fa eccezione. Ma mentre le altre Asp siciliane hanno affrontato il problema stipulando convenzioni con gli ospedali di Palermo e Catania, sopperendo a tale mancanza, l’Asp di Caltanissetta ha sottoscritto la convenzione con notevole ritardo, a dicembre 2020, dopo che tutti i medici avevano già trovato altre collocazioni. Solo uno è risultato disponibile per Gela. Purtroppo anche in questa circostanza la gestione dell’Asp ha acuito i disagi dei gelesi. Stesse considerazioni valgono per il personale sanitario e parasanitario – continuano – ridotto all’osso e allo stremo, fra i motivi della mancata attivazione dell’Utin, unità complessa che dovrebbe essere in funzione già da dieci anni. La stessa senologia non ha un reparto dedicato, non ha il chirurgo plastico, infermieri e portantini. E’ anche noto, così come registrato dalle cronache giornalistiche, che molti gelesi sono spinti a curarsi altrove e fuori provincia per le ataviche carenze. Anziché investire in loco per evitare tale migrazione passiva, l’Asp Cl2 continua a pagare altre Asp, piuttosto che assicurare ai gelesi e cittadini del circondario le cure al “Vittorio Emanuele”. Parliamo di oltre 80 milioni di euro annui sborsati dall’Asp nissena per migrazione passiva. Rileviamo, non ultimo, la necessità di una accelerazione nei lavori di adeguamento del pronto soccorso e nella programmazione attraverso il Piano di Zona così come previsto dalla 328/2000”.

Tutti ragioni, che oltre l’attuale emergenza, spingono il comitato a chiedere un tavolo permanente di confronto. “Comprendiamo che la lotta al Covid sia la priorità, ma a Gela come altrove non ci si ammala e si muore solo di Covid. Si dovrà tornare a parlare di sanità gelese a 360 gradi, della sua condizione attuale e di come migliorarla con effetto immediato. Il comitato valuterà in corso d’opera un’eventuale richiesta di audizione in commissione sanità presso l’Ars”.

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