Il papà insiste e le indagini si riaprono, arrestati dopo 14 anni i killer di Sotti

 
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Gela.
Ci sarebbe un intreccio di relazioni sentimentali finite male dietro l’uccisione, avvenuta nel dicembre di quattordici anni fa, dell’idraulico ventiduenne Orazio Sotti. Gli agenti di polizia della sezione investigativa del commissariato di via Zucchetto e quelli della pg della procura hanno arrestato due fratelli niscemesi.

Si tratta del trentaseienne Giuseppe Cilio e del trentottenne Salvatore Cilio. Sono considerati i due killer che intorno alla mezzanotte del 22 dicembre del 2000 colpirono a morte, all’interno del garage della sua abitazione di via Nomentana nel quartiere Fondo Iozza, proprio il giovane idraulico.
Orazio Sotti venne investito da sette colpi esplosi da una beretta calibro 380. Per lui non ci fu alcuna possibilità di scampo: i proiettili lo raggiunsero causandone l’immediata morte.
Nessun testimone e, soprattutto, pochissimi elementi d’indagine: per questa ragione, almeno in un primo tempo, i magistrati decisero di archiviare il caso del giovane. E’ stata l’insistenza del padre, intenzionato a voler dare un volto agli assassini del giovane figlio, a far riaprire l’inchiesta nell’estate di tre anni fa. Adesso, il cerchio investigativo si è chiuso intorno ai due presunti killer niscemesi.
Il delitto, fin dalle prime ore successive agli spari in via Nomentana, non fu catalogato come esecuzione di mafia: Orazio Sotti, infatti, era un incensurato; un ragazzo tranquillo che venne, però, trucidato davanti la sua abitazione come in una vera e propria esecuzione. 

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