“Accordo di programma sarà rinnovato”, nuovo bando nel 2022: tanti dubbi su Cis

 
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L'area industriale ex Asi

Gela. La scadenza di ottobre verrà rispettata. L’accordo di programma sarà prorogato. Rassicurazioni, negli ultimi giorni, sono arrivate dagli uffici delle direzioni ministeriali che seguono l’area di crisi locale. Senza una proroga, verrebbero meno tutti i fondi previsti da governo e Regione, che si aggirano intorno a poco meno di venticinque milioni di euro. L’accordo di programma, nel sistema dell’area di crisi, avrebbe dovuto assicurare una fase di investimenti, alternativi ad Eni, successiva al protocollo di intesa del 2014, che sancì la conversione green della fabbrica di contrada Piana del Signore. Dopo sette anni, anche la commissione industria del Senato ha accertato un fallimento totale, senza investimenti sul territorio e con forti incertezze sui fondi a disposizione, del resto sempre ritenuti insufficienti a “rianimare” un tessuto economico al collasso. Eni è andata avanti nel cronoprogramma degli investimenti, in attesa dell’avvio dei cantieri del progetto “Argo-Cassiopea” (quello più consistente di tutto il protocollo di intesa). A mancare, invece, è tutto il resto. Solo un progetto, selezionato da Invitalia, è andato avanti per accedere ai finanziamenti. Per il resto, null’altro, in un’area di crisi che conta oltre venti Comuni. “L’accordo di programma sarà rinnovato – spiega il senatore grillino Pietro Lorefice che ha sempre seguito tutti i passaggi istituzionali – il lavoro degli uffici è in corso”. Con il rinnovo, dovrebbe poi partire una fase di valutazione del progetto di riconversione e riqualificazione industriale, sul quale anche la commissione consiliare sviluppo economico, presieduta da Rosario Faraci, sta facendo partire ulteriori approfondimenti.

“Non ho indicazioni certe – spiega ancora Lorefice – ma penso che il nuovo bando per i finanziamenti possa essere definito dal 2022, non prima”. Il precedente bando, piuttosto restrittivo nei criteri economici imposti alle aziende interessate, non ha prodotto alcun esito, se non quello dell’unico progetto finanziato, rispetto a prospettive iniziali che erano del tutto differenti. La commissione industria del Senato, che negli scorsi mesi ha chiuso l’indagine sull’area di crisi locale, ha sottolineato l’esistenza di tante criticità, istituzionali e di scelte programmatiche. Con le variazioni che potrebbero essere apportate al Prri, qualcosa potrebbe mutare e il nuovo bando, impostato su fondi nazionali e su una diversa disciplina normativa, si preannuncia con maggiori aperture anche per aziende con apporti economici iniziali, meno consistenti. Nessuna certezza, invece, sul Contratto istituzionale di sviluppo, che era stato proposto dall’ex ministro dem Giuseppe Provenzano. Lorefice ha avuto qualche interlocuzione con la segreteria del nuovo ministro, la forzista Mara Carfagna. Ad oggi, però, non sembrano esserci sviluppi. “Proprio il Contratto istituzionale di sviluppo – conclude Lorefice – potrebbe essere uno strumento veramente forte per il territorio. Grandi novità, però, non ce ne sono”.

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