Accusato di aver aggredito il primario di oncologia, sessantenne si difende in aula

 
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Gela. Si è difeso dalle accuse che gli vengono mosse. Costantino Cannone, un operaio sessantenne, ha parlato in aula, davanti al giudice Antonio Fiorenza, anche rilasciando dichiarazioni spontanee. E’ ritenuto responsabile di aver aggredito il primario di oncologia dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, Roberto Valenza, che ora è anche alla guida del dipartimento di oncologia. I fatti risalgono a cinque anni fa. La tensione pare fosse salita dopo il decesso della moglie dell’imputato. Per Cannone, Valenza si sarebbe rifiutato di riprendere le cure e la chemioterapia. “Mancavano tre sedute di chemioterapia e poi sarebbe stato possibile operarla”, ha detto l’operaio, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio. Secondo la sua ricostruzione, il primario avrebbe anche deciso di cambiare terapia. Il medico ha sporto denuncia e si è costituito parte civile. L’imputato è anche ritornato sull’aggressione che gli viene contestata ridimensionando i fatti. Per gli investigatori, l’astio sarebbe stato alimentato proprio dal decesso della moglie, che era stata in cura anche al “Vittorio Emanuele”. Il medico ha sempre parlato del massimo rispetto di tutte le procedure e anche la parte civile ha sottolineato come fosse già stato respinto, con esito sfavorevole, un ricorso che l’imputato aveva presentato direttamente ad Asp.

E’ stato inoltre riferito che Valenza, ormai da tempo, non seguiva più il caso della paziente. In aula, è stato sentito un altro medico, presente al momento dei fatti. Ha risposto alle domande dei legali e a quelle del pm Gesualda Perspicace.

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