Agguati di mafia a Milano, chiesto l’ergastolo per Riina e Tasca

 
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Gela. La conferma all’ergastolo per Totò Riina e Carmelo Tasca è stato sollecitato dal procuratore generale di Milano De Petris. In corte d’Assise d’appello a Milano l’accusa ha concluso la lunga requisitoria nei due processi che coinvolgono complessivamente 21 imputati, tra boss, gregari e killer di Cosa nostra.

Sono tutti ritenuti gli autori di sei omicidi ed un tentato omicidio commessi nel Milanese tra il 1987 ed il 1992. Il massimo della pena lo hanno subito Riina e il boss gelese Tasca, riconosciuti colpevoli dell’omicidio del catanese Alfio Trovato, ucciso fuori nel maggio del ‘92 in via Palmanova. La sua colpa? essersi schierato con un gruppo avversario a quello di Santi Mazzei.

 

Sedici dei 21 imputati sono stati assolti in primo grado. Il Pg ha in pratica chiesto la conferma della sentenza di primo grado, ovvero l’ergastolo per due dei sei omicidi e l’assoluzione per il resto degli imputati. La procura di Milano aveva impugnato la sentenza di primo grado, e le 16 assoluzioni ma per il Pg non ci sono riscontri alle nuove dichiarazioni dei pentiti. Il procuratore generale Pietro De Petris la conferma delle condanne per gli omicidi di Gaetano Carollo (6 giugno 1987), e Alfio Trovato (2 maggio 1992), mentre la conferma delle assoluzioni per i delitti del palermitano di Vincenzo Di Benedetto (20 novembre 1987), e dei Cristoforo Verderame (30 ottobre 1988), Carmelo Scerra (15 giugno 1989), e Carmelo Tosto (3 ottobre 1990). Nell’udienza di ieri hanno concluso le parti civili. L’avvocato Carmelo Tuccio, che rappresenta la famiglia di Cristoforo Verderame, ha chiesto che si tenga conto delle dichiarazioni del pentito niscemese Salvatore Pitrolo, che si è autoaccusato del delitto. L’allora trentaduenne Cristoforo Verderame venne ucciso il 2 ottobre del 1988. Fu freddato davanti alla scuola materna e media Enrico Fermi di Borgolombardo con quattro colpi di pistola, tre al torace e uno alla nuca, calibro 38 e 7.65. Il commando sarebbe stato composto da Alessandro Barberi, Francesco Priola (deceduto) e Maurizio Morreale (ucciso a Gela), mentre Piddu Madonia era il mandante.

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