Agroverde, il mistero rimane. Per Italiano l’investitore c’è e gli indiani protestano

 
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Gela. Gli investitori indiani del gruppo Vicouns non hanno firmato l’accordo ufficiale per il progetto Agroverde. Il presidente della cooperativa, Stefano Italiano, ha deciso di affidare il progetto “ciliegino” per un investimento di 180 milioni di euro ad altri investitori.

“Abbiamo un contratto firmato e le certezze dei pagamenti di tutte le indennità di esproprio – assicura Italiano – Entro il 30 giugno, come previsto dall’amministrazione comunale, salderemo se il comune concluderà l’iter del decreto di esproprio. Siamo soddisfatti per avere dato una risposta positiva al sindaco Angelo Fasulo entro i termini stabiliti. Non ha importanza con chi abbiamo chiuso l’accordo. Si è parlato di investitori indiani, in verità ho avuto da fare con tutti. Evidentemente chi mi dava maggiori garanzie era questo gruppo. Non possiamo rivelare il nome. Su questo attualmente preferiamo mantenere il più rigoroso riserbo”.  

Non la pensa allo stesso modo il gruppo Vicouns che fa capo all’investitore Manavalan Ranga, disposto a rilevare il progetto Agroverde garantendo i posti di lavoro dichiarati.

Il gruppo Vicouns ha fatto sapere che il 19 febbraio scorso avevano sottoscritto con i vertici Agroverde un accordo quadro che stabiliva l’avvio di un percorso per giungere al definitivo accordo con la costituzione di una società capeggiata da Agroverde e Vicouns. La firma, stando alle precisazioni del gruppo Vicouns, sarebbe dovuta avvenire sessanta giorni (19 aprile) e avrebbe sancito l’approvazione dei contratti ufficiali e l’avvio della procedura di pagamento degli espropri. Quest’ultima fase sarebbe stata affidata alla nuova società che invece non è mai stata costituita. Su queste accuse il presidente della cooperativa Agroverde, Stefano Italiano, preferisce precisare che “quella con gli indiani è stata una delle tante trattative condotte prima di giungere al definitivo accordo che permetterà di completare l’importante investimento serro-agro-fotovoltaico”.

Le conferme dell’accordo sranno sancite col saldo degli terreni espropriati. L’importo da pagare ammonta a circa 350 mila euro. Ovvero, un dodicesimo dei 4 milioni di euro relativi al calcolo complessivo degli espropri effettuati.

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