Caltaqua condannata: non poteva pretendere il 50 per cento delle bollette

 
0

Gela. Due sentenze mettono in discussione le pretese di Caltaqua e la disciolta Eas. Le due società che hanno da sempre gestito la distribuzione idrica non potevano pretendere il pagamento del restante cinquanta per cento del credito per la fornitura di acqua dal 2007 al 2009 perchè era inquinata.

Lo ha stabilito con due sentenze diverse il giudice di Pace, che ha condannato la società spagnola a restituire i soldi a quei cittadini che avevano pagato le bollette al 100 per cento fino al 18 febbraio 2010. Una battaglia vinta dall’associazione cittadini per la giustizia, che da anni si batte per i diritti della gente. L’ultima sentenza in ordine di tempo è del Giudice di Pace Maria Gilda Ragusa, che ha accolto il ricorso di una donna contro Caltaqua. La ricorrente aveva pagato le fatture idriche inerenti il triennio 2007-2009 solo al 50 per cento, in virtù di una ordinanza sindacale del 2003 che confermava la non potabilità e salubrità dell’acqua. L’ordinanza venne revocata soltanto nel febbraio del 2010. Ecco perchè il Giudice di Pace si è pronunciato sul procedimento condannando Caltaqua il risarcimento dei danni patrimoniali. Discorso simile per la gestione idrica dell’Eas. L’associazione Cittadini per la Giustizia adesso si rende disponibile a fornire consulenza a chi vorrà diffidare Caltaqua. “Abbiamo voluto fare chiarezza – dicono i legali Maurizio Cannizzo ed Ennio Condorelli – perchè ci sono sentenze precise che hanno stabilito come quel 50 per cento non andava preteso. Chi lo ha pagato dietro diffide dovrà essere risarcito”.

Soddisfatti anche i comitati di quartiere. “Questa è una battaglia vinta che combattiamo da 15 anni – dice Franco Cassarino – Caltaqua ha rivendicato diritti illegittimi”.

 

L’avvocato Lucio Greco, presidente dell’associazione, ha puntato il dito anche sulla privatizzazione dell’illuminazione pubblica, strisce blu e parcheggi. “Trovo scandaloso che dopo la privatizzazione della gestione idrica il Comune persista in questo percorso – attacca – affidare ai privati per 20 anni l’illuminazione pubblica con un bando di 44 milioni di euro è gravissimo. Perchè non continuare ad utilizzare la Ghelas, che è una partecipata? Stesso discorso per i parcheggi. Affidare ad una società privata la gestione, già fallimentare delle strisce blu si rivelerà un errore. Ci sono dipendenti comunali che potrebbero tranquillamente svolgere questo servizio”. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here