Cinque chili di droga in macchina, manette per due gelesi ed una catanese

 
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Catania. “Droga Connection” in un’area di servizio all’uscita della città. Un blitz della Guardia di Finanza si è concluso con tre arresti e un maxi sequestro di sostanze stupefacenti. Al termine delle operazioni il bilancio era di cinque circa di hashish e 250 grammi di cocaina purissima.

Le manette sono scattate ai polsi di Anna Maria Di Benedetto 66 anni, catanese, e di due giovani gelesi, Francesco Spinello di 22 anni e Filippo Sciandrello di 34.

Sull’operazione viene mantenuto il massimo riserbo, poiché gli investigatori delle Fiamme Gialle, che indagano a stretto contatto con i colleghi della cittadina del Golfo, sperano di arrivare al bersaglio grosso, facendo emergere il canale di fornitura dell’hashish. Poche e frammentarie le notizie che trapelano.

L’operazione si è svolta sull’asse Gela-Catania a partire dal pomeriggio di sabato. I militari avevano fiutato una pista. Pare che sui due gelesi, da tempo, ci fosse il sospetto, più d’un sospetto in realtà, che avessero le mani in pasta in qualche traffico fuori legge.

Spinello e Sciandrello sono stati notati avviarsi da Gela verso Catania, a bordo della loro auto. Dopo un pedinamento eseguito con molta discrezione, i due gelesi sono stati intercettati al distributore di carburanti, nella piazzola di sosta in prossimità della prima uscita per il capoluogo etneo. C’era anche una seconda auto, quella di Anna Maria Di Benedetto. E’ scattato il controllo e a bordo di una delle due vetture, avvolta in involucri di cellophane è stata trovata la droga, per un peso complessivo di quasi 5 chili e mezzo. I militari sospettano che i due gelesi facessero da “vedetta” per conto di qualcuno, in attesa che avvenisse lo scambio della droga e che quindi uno o più pesci grossi, siano ancora in libertà. Ma i finanzieri avrebbero già serrato la morsa nel tentativo di chiudere il cerchio sull’indagine. I tre, dopo le formalità, sono stati associati al carcere di piazza Lanza. Ieri mattina si è svolto l’interrogatorio, davanti al Gip del Tribunale di Catania. Tra gli indagati Sciandrello è stato il più loquace, dichiarandosi innocente e asserendo di essere stato all’oscuro della presenza della droga.

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