Cocaina e marijuana in casa, perquisizione carabinieri: “Iniziò in cerca di armi”

 
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Gela. Nell’abitazione, dove c’erano anche gli altri familiari, entrarono in cerca di armi, pare a seguito della segnalazione di una fonte confidenziale. I carabinieri trovarono invece marijuana e cocaina, suddivise in dosi. A processo, davanti al giudice Eva Nicastro, ne risponde Giuseppe Di Giacomo. Fu lui al centro dei controlli condotti dai militari dell’arma e che sono stati ricostruiti da uno dei carabinieri intervenuti, sentito in aula. Ha spiegato come si arrivò all’abitazione. “La marijuana la trovammo su un tavolo – ha detto – la cocaina, invece, era in una scala che dava al piano superiore”. Il carabiniere ha risposto alle domande del pm Gesualda Perspicace e del difensore dell’imputato, l’avvocato Davide Limoncello. Per il legale, non ci sono riscontri di una disponibilità diretta della droga da parte di Di Giacomo.

Le armi, invece, non furono trovate. “Nella sua stanza – ha riferito ancora il carabiniere – c’erano solo armi da soft air”. Dal racconto del militare è emerso inoltre che ci furono minacce, rivolte nei loro confronti. Altri testimoni saranno sentiti nel corso delle prossime udienze.

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