Consiglio ancora out! Cade il numero legale: gli operai Eni protestano in aula

 
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Gela. Cade il numero legale, per la seconda volta in appena ventiquattr’ore, e il consiglio
comunale si trasforma in palcoscenico di protesta per gli operai dell’indotto Eni.

Un gruppo di lavoratori, in attesa di un confronto con il sindaco Angelo Fasulo e di notizie circa l’immediato futuro delle loro aziende, ha nuovamente protestato in aula. Alla fine, i consiglieri Guido Siragusa e Giuseppe Morselli, insieme all’assessore Giuseppe Ventura, hanno cercato un confronto con gli operai presenti. La tensione non è mancata. “A fine mese – hanno ribadito i presenti – molti di noi saranno senza più neanche gli ammortizzatori sociali. Ci troveremo in mezzo ad una strada”.
A protestare non sono soltanto i lavoratori di aziende come Elettroclima, Tucam e Smim ma anche diversi loro colleghi inseriti, con un accordo risalente a due anni fa, nel bacino di disponibilità che però non si è mai concretizzato. Intanto, in aula il numero legale è caduto davanti ad un debito fuori bilancio, da circa 130 mila euro, scaturito dall’ennesimo esproprio.
Prima di sciogliere le righe, era stato detto sì all’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione e a quello degli oneri di costruzione. Il consigliere di Articolo 4 Terenziano Di Stefano ha chiesto la possibilità di presentare un emendamento che bloccasse l’aggiornamento Istat degli oneri a causa dell’evidente crisi economica. Davanti all’assenza del dirigente del settore, è scattata la reazione. Non soltanto Di Stefano.
“A questo punto – è intervenuto Giacomo Gulizzi del Pd – dovremmo sottrarre una parte dello stipendio ai dirigenti assenti in aula”. Una linea fortemente critica mossa anche dal compagno di partito Enrico Vella. “I dirigenti non si presentano in aula nonostante la trattazione di atti molto importanti – ha attaccato – e poi la Corte dei conti chiede a noi di pagare”. 

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