Costretta a prostituirsi in campagna nonostante fosse sieropositiva, condannato compagno giovane donna

 
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Gela. L’avrebbe fatta prostituire, nonostante fosse seriopositiva. E’ arrivata la condanna a due anni di reclusione per un disoccupato niscemese, finito davanti al gup Silvia Passanisi a rispondere di favoreggiamento della prostituzione. L’uomo era il compagno della giovane donna, a sua volta coinvolta nell’indagine con l’accusa di tentate lesioni gravissime, perché non avrebbe informato i clienti delle sue condizioni di salute. E’ stato provato, come ha spiegato il difensore Vittorio Giardino, che era comunque sottoposta a cure e la sua sieropositività non avrebbe potuto contagiare, perché priva di carica virale. Una situazione di vita estrema, che l’avrebbe indotta a prostituirsi tra le campagne, nei territori di Niscemi e Gela. Il gup l’ha assolta, al termine del giudizio abbreviato, scelto anche dall’ex compagno (difeso invece dall’avvocato Cristina Alfieri). Per lui è caduta la contestazione delle lesioni gravissime, ma è rimasta quella di favoreggiamento della prostituzione. Sono state accolte in pieno le richieste della procura.

Da quanto emerso, con i soldi ottenuti dagli incontri sessuali a pagamento i due cercavano di andare avanti e sbarcare il lunario. Dopo l’avvio dell’indagine, partita dalla denuncia della giovane, vennero entrambi sottoposti a custodia cautelare in carcere, misura poi revocata alla donna di etnia rom.

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