Descalzi conferma lo stop della raffineria: “Si apre un baratro sociale senza fondo”

 
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Gela. La raffineria Eni di contrada Piana del Signore rimane ferma a tempo indeterminato. La conferma è arrivata, a Roma, dal neo amministratore delegato del gruppo Claudio Descalzi.

Non si riparte perché, al momento, il mercato della raffinazione non assicurerebbe le giuste garanzie economiche.
Adesso, a rischio ci sono impianti ed intero progetto Gela, compresa la riconversione a gasolio. Lo stop è stato comunicato ai rappresentanti sindacali nazionali di Filctem, Femca, Uiltec e Ugl. La notizia si è già sparsa tra gli operai impegnati nei blocchi e la protesta, nelle prossime ore, potrebbe assumere dimensioni sempre maggiori.
A rischio, ci sono anche i cambi turno. Le comunicazioni romane, in pochi minuti, sono state recapitate ai segretari provinciali dei chimici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Gaetano Catania, Francesco Emiliani, il rappresentante Uiltec Maurizio Castania e Andrea Alario hanno, già negli scorsi giorni, espresso enorme preoccupazione.
“L’Eni ha chiuso la porte alla città – dice lo stesso Alario – con queste scelte sta creando un baratro sociale, mettendo in discussione qualsiasi accordo raggiunto in passato. Il caso deve essere sollevato davanti al presidente del consiglio Renzi. Ci sono lavoratori e famiglie che, in poche settimane, potrebbero perdere qualsiasi sicurezza economica. La protesta, inevitabilmente, si estenderà a tutta la città. C’è in ballo il futuro e la tenuta economica di Gela”.

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