Didattica a distanza, Giocolano: “Banco digitale per donare pc a chi è in difficoltà”

 
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L'avvocato Francesco Giocolano

Gela. Con la didattica a distanza, ormai diventata una necessità per evitare che le scuole possano trasformarsi in focolai del contagio da Covid, tante famiglie in città devono fare i conti con le spese per la dotazione informatica e i necessari dispositivi, dai computer alle connessioni internet. Spese che non tutti sono in grado di sostenere, soprattutto quando all’interno del nucleo familiare ci sono più figli, che magari frequentano scuole diverse e devono avere a disposizione tutto l’occorrente per seguire le lezioni. L’esponente locale di Fratelli d’Italia Francesco Giocolano ritiene che proprio in un periodo come questo si debba andare incontro a simili esigenze, attraverso l’istituzione di un vero e proprio “banco digitale”, sul modello del banco alimentare che fornisce a chi ha più bisogno cibo e beni di prima necessità. “In un contesto economico difficile come quello cittadino – dice – le spese per la didattica a distanza non sempre sono alla portata di tutti. Servono pc e tutto il necessario per avere un collegamento diretto con le lezioni, oltre alle connessioni internet. Istituendo un punto di raccolta di materiali da donare, a cominciare dai computer, chi si trova in difficoltà potrebbe avere la dotazione indispensabile, assicurando ai figli il pieno diritto all’istruzione. Ci sono tanti privati cittadini ma anche aziende che si trovano nelle condizioni di donare pc e altri sistemi informatici. Un banco dove raccoglierli, sul modello dei banchi alimentari, potrebbe essere istituito dal Comune. Credo che ancora per i prossimi mesi, la didattica a distanza sarà una realtà nelle scuole e quindi c’è bisogno di organizzarsi in tal senso. A nessuno deve essere negato il diritto allo studio e alla conoscenza”.

Una proposta che Giocolano lancia, anche in direzione dell’amministrazione comunale, in attesa che effettivamente questo tipo di modello possa trovare attuazione, a supporto di famiglie che si trovano a fronteggiare non solo le difficoltà economiche causate dalla pandemia e dalle chiusure della attività, ma anche quelle per assicurare il diritto allo studio ai figli, costretti a seguire le lezioni direttamente da casa.

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