Discariche abusive e un canale del tutto ostruito, in città piccole “terre dei fuochi”

 
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Cumuli abbandonati e dati alle fiamme

Gela. Da anni ormai i residenti dei complessi residenziali che si sono sviluppati tra i quartieri Cantina Sociale e Settefarine denunciano una situazione che con il tempo è andata a peggiorare. Inerti, amianto e rifiuti hanno letteralmente invaso i terreni privati incolti che fanno da cintura alla periferia cittadina, e adesso sono anche arrivati i roghi che, appiccati dai cacciatori di ferro, spargono nell’aria fumi tossici a due passi dalle abitazioni. Quella alle spalle di Cantina Sociale è solo una delle numerosissime discariche abusive a cielo aperto che costellano la periferia cittadina e le campagne. Luoghi protetti per incivili di ogni sorta che al riparo da controlli e da telecamere scaricano ogni tipo di rifiuto nei campi circostanti la città. Immancabile la presenza dell’amianto disseminato ovunque. Molti dei cumuli spesso sono stati dato alle fiamme, rendendo lo scenario da terra dei fuochi ancora più inquietante. Nella piccola trazzera sterrata si snoda un serpentone di oltre 500 metri fatto di rifiuti di ogni tipo. Scarti alimentari, elettrodomestici, mobili e resti di ristrutturazioni. E accanto la via dei rifiuti anche un canale di scolo, anch’esso stracolmo di detriti.

Facile immaginare cosa possa succedere in caso di forti piogge, fango e detriti invaderebbero il quartiere con conseguente rischio per i residenti. Lungo la strada poi il solito campionario già tristemente noto fatto di televisori fuori uso, materassi e divani ridotti in condizioni disastrose abbandonati da mesi, scatoloni vuoti, bottiglie di birra, vestiti, rifiuti domestici e resti alimentari lasciati a marcire. Ma i rifiuti che più di qualunque altro vengono abbandonati sono lo scarto delle lavorazioni edili. La sintesi di quanto diciamo è visibile poco più avanti. Montagne di laterizi, mattoni, tufi, piastrelle e pietre, conseguenza dello sbancamento di attività private, ma anche di piccoli rifacimenti in casa. Un fenomeno di cui è difficile spiegare le ragioni considerato che sarebbe più conveniente scaricare gli inerti secondo legge con costi, decisamente più bassi di quanto si spenderebbe per ripulire le aree inquinate coi soldi pubblici. In tanti però continuano a fare i furbi, andando senza certificazione per lo smaltimento in discarica, salvo poi avere il rifiuto all’accoglimento del materiale e quindi optare per l’abbandono. La pratica è diffusa, e purtroppo sta riducendo i panorami delle campagne attorno alla città a scenari post apocalittici indegni di una società civile.

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