Era stato rivenduto ma risultava demolito, presunta truffa su un mezzo: tre indagati

 
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Gela. Le verifiche investigative vennero effettuate su un ciclomotore, che pur essendo stato segnalato come già sottoposto a demolizione, in realtà ancora circolava. Le accuse di truffa e falso vengono contestate dai pm della procura ai due titolari di un’azienda locale che si occupa della custodia di mezzi sequestrati e di autodemolizioni. Secondo i magistrati, per assicurare che il mezzo potesse ancora circolare sarebbero stati prodotti certificati falsi, appositamente ritoccati. Sarebbe stato successivamente venduto, nonostante risultasse demolito. Oltre ai titolari della società, le accuse vengono mosse ad un cittadino romeno che venne materialmente fermato mentre era in possesso del mezzo (è difeso dall’avvocato Rocco Cutini).

Avrebbe provveduto ad applicare una diversa targa, intestata ad una cittadina straniera. Tutto per tentare di trarre in inganno le forze dell’ordine e assicurarsi il profitto della vendita del mezzo. Sarebbero state apportate modifiche anche ai numeri di telaio. Adesso, il pubblico ministero Eugenia Belmonte, che coordina le indagini, ha disposto la chiusura dell’inchiesta e a breve potrebbe formulare nuove richieste nei confronti dei tre coinvolti.

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