“Extra fines”, Pione lascia il carcere e va ai domiciliari: ad ottobre appello bis

 
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Gela. Ha lasciato il carcere e gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. E’ stata accolta l’istanza avanzata dai difensori di Dino Aldo Pione, coinvolto nel maxi blitz antimafia “Extra fines”, tutto concentrato sulla riorganizzazione del sistema di affari della famiglia Rinzivillo, per gli investigatori guidata dal boss Salvatore Rinzivillo, fratello degli ergastolani Antonio Rinzivillo e Crocifisso Rinzivillo. Per Pione, così come per altri imputati, lo scorso aprile è arrivata la decisione della Corte di Cassazione che ha in gran parte confermato le pronunce della Corte d’appello di Caltanissetta. Nei suoi confronti, comunque, i magistrati romani hanno disposto l’annullamento rispetto al trattamento sanzionatorio. In appello venne condannato a dodici anni e quattro mesi di reclusione, unificati rispetto ad un altro verdetto emesso nei suoi confronti. E’ difeso dagli avvocati Giovanni Lomonaco e Giacomo Ventura che si sono rivolti alla Corte d’appello per una misura alternativa alla detenzione in carcere, ora concessa. Pione, così come altri imputati coinvolti nella stessa indagine, dovrà attendere una nuova pronuncia dei giudici di secondo grado nisseni. Ad ottobre, decideranno sulle posizioni per le quali la Cassazione ha indicato l’annullamento con rinvio su singoli capi di accusa. Tra gli imputati che affronteranno l’appello bis, Rolando Parigini (difeso dal legale Cristina Alfieri). Si dovrà decidere sulla sussistenza o meno dell’aggravante mafiosa. Era stato condannato, in appello, a sette anni e otto mesi di reclusione.

Annullamenti su singoli capi erano stati decisi inoltre per Gaetano Massimo Gallo (difeso dagli avvocati Giovanni Lomonaco e Antonino Reina), condannato ad undici anni di detenzione; per l’ex carabiniere Marco Lazzari rispetto ad un capo di imputazione e all’aggravante di aver agevolato il clan di mafia mentre in appello la pena era stata indicata in nove anni e otto mesi di detenzione; per lo stesso Salvatore Rinzivillo (difeso dal legale Roberto Afeltra) ma solo rispetto ad un unico capo di imputazione mentre per il resto la condanna è stata confermata a vent’anni di detenzione. Tutti gli imputati scelsero l’abbreviato.

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