Fiamme nella sua abitazione, esercente ha denunciato gli stiddari: “Non ci fermeremo”

 
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Gela. Il fuoco l’hanno appiccato poco prima delle 23 di ieri sera e questa volta sono arrivati direttamente davanti alla porta di ingresso di un appartamento di via Gentile, a Fondo Iozza. Fortunatamente, per la famiglia che ci vive non si sono registrate conseguenze, ma solo danni alla porta di ingresso. La paura è stata tanta per i coniugi e per i loro figli e nipoti. “Se non ce ne fossimo accorti subito – dice Valeria Bognanni – avremmo rischiato di non uscirne vivi. Siamo riusciti a tamponare e a impedire che le fiamme penetrassero all’interno. Poi, sono arrivati i vigili del fuoco e la polizia”. I coniugi Bognanni e Scilio, lunedì, formalizzeranno la denuncia. Al momento, non riescono a dare una chiave univoca a quanto accaduto. Una cosa è certa, le denunce sporte negli ultimi anni dall’ambulante Saverio Scilio sono arrivate sui tavoli dei pm dell’antimafia di Caltanissetta. L’esercente di frutta e verdura è parte civile nel dibattimento per i fatti dell’inchiesta antimafia “Stella cadente”. Nelle scorse settimane, è stato sentito, come testimone, davanti al collegio penale del tribunale. Con coraggio, ha fatto nomi e cognomi. Sarebbero stati gli stiddari ad intimargli di chiudere una rivendita che aveva da poco avviato. Pressioni che sarebbero arrivate, perché quell’attività pare non avesse il consenso di quello che viene considerato il nuovo vertice stiddaro, Bruno Di Giacomo, arrestato nell’inchiesta “Stella cadente” e condannato in primo grado. Scilio ha deposto nel dibattimento di primo grado, nel quale sono imputati altri presunti coinvolti. Non è tutto, però, perché anche in quella testimonianza l’esercente ha citato il nome di un altro operatore del settore, negli scorsi giorni arrestato dagli agenti della mobile di Caltanissetta, perché accusato di estorsione e di far parte del clan Rinzivillo. In aula, è stato Scilio che ha spiegato come Emanuele Cassarà si fosse opposto all’apertura della sua bottega di ortofrutta.  Sull’azione di fuoco sta indagando la polizia. Gli agenti del commissariato sono intervenuti. Non è da escludere che una delle piste investigative possa essere proprio quella delle dichiarazioni rese dall’esercente. “Poteva essere una strage – continua Bognanni – in questo stabile vivono undici famiglie. Noi non ci fermeremo e continueremo a denunciare e ci costituiremo parti civili. Non abbiamo paura”.

Sembra che nei pressi della loro abitazione sia stata trovata anche una coroncina votiva con una croce. I coniugi, però, ricordano che nello stabile non sono mancati, negli ultimi anni, problemi di convivenza, dovuti alla gestione e alle utenze. “Abbiamo subito minacce anche da alcuni condomini”, aggiungono. Pare che siano emersi mancati pagamenti delle utenze e i coniugi hanno chiesto chiarimenti. Tutto è in mano agli investigatori, che hanno avviato indagini.

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