Fine di un’epoca, addio alla Raffinazione dopo 60 anni: ecco i punti dell’accordo

 
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Gela. L’accordo del nuovo Piano industriale Eni per Gela sarà siglato il sei novembre prossimo al Mise, ministero per lo sviluppo economico.

Si parla già di Green Refinery con l’addio alla raffinazione del petrolio. Il sito industriale gelese sarà più vicino all’agricoltura, con la coltivazione di Guayule, un arbusto capace di garantire la produzione di gomma biologica, che si affiancherà alla produzione di benzine verdi. L’Eni ha confermato, in questo processo di riconversione, anche l’investimento di 2,2 miliardi di euro annunciato il 31 luglio scorso. I contenuti sembrano avere messo d’accordo le parti, ieri, al termine dell’incontro capitolino coordinato dal ministro, Federica Guidi, e presieduto dal vice ministro, Claudio De Vincenti. Si lavora per sintetizzare i contenuti del Piano industriale “con la riqualificazione produttiva e ambientale in direzione di una riconversione verde dell’intera area, salvaguardando al contempo i livelli occupazionali diretti e indotti”. A Roma hanno partecipato al vertice il presidente della Sicilia, Rosario Crocetta, il sindaco del Comune di Gela, Angelo Fasulo, i vertici della Raffineria Eni, Confindustria Sicilia e i sindacati di categoria nazionali e territoriali.

I segretari sindacali si sono detti soddisfatti ma mettono le mani avanti e avvertono: “bisogna trovare la quadratura in un ragionamento – sottolinea Francesco Emiliani, Femca Cisl – che definisca le competenze e ruoli. Se mancheranno certezze giorno 6 non firmeremo nulla”. Il governatore Crocetta parla invece di “salvaguardia degli attuali organici, del petrolchimico e dell’indotto, di riconversione produttiva ed ecosostenibile del Polo industriale, bonifica dei siti e compensazioni per la riqualificazione urbana ed economica di Gela”, sottolineando che sono questi gli impegni strappati all’Eni nel corso dell’incontro al Mise che non esita a definire positivo.

“Abbiamo convinto l’Eni – aggiunge Crocetta – a modificare la sua posizione. Ci aspettiamo adesso il rispetto degli accordi”. Durante il vertice i manager Eni hanno parlato anche dell’avvio della coltivazione di Guayule, un arbusto capace di garantire la produzione di gomma biologica. E’ questo solo uno dei sei punti che caratterizzano il nuovo Piano industriale dove si evince la salvaguardia dei livelli occupazionali, la definizione analitica sulla bio-raffinazione, sostenibilità ambientale e l’avvio di una politica di sviluppo delle ricerche di petrolio e metano in Sicilia, intensificazione delle attività di bonifica del territorio, salvaguardia delle prospettive produttive e occupazionali anche per l’indotto di Gela e l’utilizzo degli strumenti di sostegno al reddito e delle attività di formazione e riqualificazione nel periodo di transizione, oltre all’accelerazione delle autorizzazioni alla ricerca e allo sfruttamento di nuovi giacimenti con corrette compensazioni in favore del territorio di Gela per una riqualificazione produttiva, urbana e culturale». “Il 6 novembre prossimo firmeremo un accordo dove tutto sarà più chiaro – precisa Fasulo, sindaco di Gela– con scadenze, importi e dati sulla ricaduta occupazionale. L’Eni investirà dice addio alla raffinazione annunciando investimenti sua sulle benzine verdi che sulla chimica verde. Gli accordi industriali prevedono la lavorazione della resina che proviene dalla coltivazione della Guayule”. “Apriamo ad Eni ma il piano è ancora da verificare – avverte Salvatore Pasqualetto, segretario regionale Uil – Questo sindacato è pronto a confrontarsi con Eni sul nuovo piano industriale. In ballo c’e il futuro dei lavoratori e servono maggiori garanzie”. “Abbiamo posto le condizioni favorevoli per avviare un percorso orientato alla condivisione di un protocollo di intesa – dichiara Luigi Ulgiati, segretario nazionale dell’Ugl Chimici – che dia risposte non solo ai dipendenti diretti, ma anche all’indotto e a tutto il territorio”. Per Ignazio Giudice, segretario Cgil “C’è la possibilità di creare a Gela uno dei poli della chimica verde più importante del territorio”.

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