Gela. In ballo ci sono circa centomila euro: a tanto ammonterebbe, infatti, la cifra che gli amministratori di Gela Sviluppo dovrebbero versare nelle casse regionali. Una diatriba che, adesso, arriverà direttamente davanti ai magistrati della Corte di giustizia dell’Unione europea.
Si tratta, in sostanza, di una parte del finanziamento che la società, nata diversi anni fa con l’intento di avviare progetti ed iniziative economiche lungo il territorio locale, ricevette attraverso un programma comunitario. I funzionari regionali, però, pretendono la restituzione di quasi centomila euro: un calcolo legato alla differenza fra l’ammontare ottenuto dagli amministratori di Gela Sviluppo e quello effettivamente indicato nella relativa documentazione amministrativa.
A stabilire che la competenza passa ai giudici dell’Ue è una sentenza appena emessa dai magistrati del tribunale amministrativo di Palermo. A loro si sono rivolti proprio i responsabili della società, oramai messa in liquidazione.
La competenza, però, si trasferisce nelle sedi comunitarie. Una lunga diatriba quella che vede contrapporsi Gela Sviluppo e i funzionari della regione. Allo stato attuale, infatti, la società è sottoposta alla gestione di un commissario liquidatore. Intanto, dalle sue ceneri è sorta la Nuova Gela Sviluppo che difficilmente potrebbe coprire gli ammontari richiesti da Palermo.
Il patrimonio netto indicato nei bilanci di due anni fa segnava quota 450 euro. Spetterà, così, ai magistrati della Corte di giustizia dell’Ue sbrogliare la matassa. Già qualche anno fa, un altro contenzioso ha visto le stesse parti fronteggiarsi nelle aule di giustizia europee.
