I Forconi non ci stanno: siamo pacifici, i violenti pagati da qualcuno

 
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Gela. Mentre il sindaco Angelo Fasulo ha sospeso per oggi il mercato, “onde evitare problemi di ordine pubblico e tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini”, ieri pomeriggio le forze dell’ordine hanno accompagnato un corteo di manifestanti, tra le vie della città.

I Forconi hanno chiesto ai gestori della attività commerciale di aderire allo sciopero, dissociandosi dagli episodi di violenza che rischiano di macchiare la serenità del corteo. Dal pomeriggio ache in città potrebbero scendere in piazza donne e bambini a sostenere la causa dei Forconi. In via Bresmes è stata mandata in frantumi la vetrata di una tabaccheria e in piazza San Francesco devastata una cabina telefonica.

L’episodio più grave si è registrato in via Venezia, dove alcuni manifestanti hanno cominciato a lanciare sassi contro la sede le movimento politico Io amo l’Italia, rappresentato da Sergio Tufano.

“Il Movimento Io amo l’Italia, che fa capo a Magdi Allam – dice Tufano – da tempo è schierato contro questo sistema. Attualmente non abbiamo nessuna rappresentanza, eppure hanno tirato pietre alla nostra sede. Per pochi centimetri non hanno colpito Zaira C., una delle mie consulenti. La finestra aperta ha evitato che il vetro andasse in frantumi. Probabilmente pensavamo ci fosse un sindacato, noi comunque siamo contro la riforma ed il governo Monti e lo strozzinaggio delle banche”.

“Ci dissociamo da ogni forma di violenza – sostiene Salvatore Lo Chiano – chiediamo scusa ai commercianti, ma confermiamo di andare avanti con cortei pacifici. Non sappiamo se qualcuno si è infiltrato, magari pagato per gettare fango sui Forconi”. Stamattina i blocchi vanno avanti. All’ingresso dell’Agip è stata collocata una ghirlanda. Intimato l’alt a tutti i mezzi pesanti.

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