Gela vuole aderire al Libero Consorzio di Catania ma da Fasulo arriva un “ni”

 
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Gela. Una battaglia legale per sottolineare l’incostituzionalità della riforma sui liberi consorzi e il tentativo di aderire al consorzio catanese. L’idea avanzata dal Comitato per lo Sviluppo dell’Area gelese e stata avallata dall’Ordine dei Commercialisti e, soprattutto, dall’amministrazione comunale.

Per aderire al Libero consorzio etneo è stato coinvolto anche il comune di Niscemi che garantirebbe la continuità territoriale. La città di Catania, elevandosi ad Area metropolitana, lascerebbe a Gela il ruolo di comune più popoloso del nuovo consorzio aspirando a diventare capofila condividendo tutti i nuovi vincoli imposti dal disegno di legge proposto dal deputato all’Ars, Antonello Cracolici. Il sindaco di Niscemi, Francesco La Rosa, ha dato la sua adesione e spera di averla anche dal consiglio comunale del suo comune. Il primo cittadino, Angelo Fasulo, si limita ad un timido “ni”, proponendo un percorso parallelo che preveda sia la realizzazione di un Libero consorzio autonomo che quello con Catania, senza escludere il procedimento per impugnare il disegno di legge approvato dall’Ars affidandolo ad un costituzionalista del foro di Catania. “Partiamo dalla possibilità di costituire un Libero consorzio – spiega il sindaco Fasulo – senza tralasciare l’iniziativa proposta da Filippo Franzone del comitato per lo Sviluppo dell’area gelese. Sono due importanti progetti, vogliamo cogliere l’opportunità che da questa legge, cioè di allontanarci da Caltanissetta”. Il comitato presieduto da Franzone annuncia due diverse iniziative. “La prima è di tipo giuridico – spiega Franzone – Insieme al Comune e all’Ordine degli avvocati abbiamo inviato, venerdì scorso, una missiva al commissario dello Stato, il prefetto Carmelo Aronica. Abbiamo messo in evidenza alcuni punti della riforma che a nostro avviso palesano incostituzionalità. Attraverso la Corte Costituzionale cercheremo di ribaltare la Legge di Riforma dell’ente intermedio. L’altra strada, invece, è geopolitica. Vista l’impossibilità, con queste regole – accusa Franzone – di poter creare un nuovo Libero Consorzio abbiamo pensato di aderire al Libero Consorzio di Comuni di Catania. La decisione scaturisce dal mancato riconoscimento di autonomia all’area gelese da parte di Palermo, che per ben due volte ha preferito difendere i privilegi delle vecchie province, piuttosto che ascoltare le richieste giuste e democratiche provenienti da Gela. Tra tutte la proposta di legge popolare supportata da 18.655 firme di elettori siciliani e la richiesta per una Legge di riordino democratico dell’ente intermedio”.

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