Il rilancio dell’agroalimentare ex Zappalà, parla Gangarossa: sin qui siamo stati soli

 
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Gela. “Da due anni porto avanti l’idea che il polo agroalimentare di contrada Burgio abbia le carte in regola per realizzare una filiera agricola che termina con la trasformazione di prodotti orticoli”. Con queste parole, Toni Gangarossa, imprenditore che gestisce una delle imprese appartenenti al gruppo etneo Zappalà che grazie al Contratto d’Area si era insediata nella zona industriale di Butera con le aziende Campi di Sicilia, Caterservice sud e Caterquick, con l’obiettivo di garantire un’occupazione di 224 posti di lavoro solo nel primo stralcio, ha replicato al progetto di realizzare una Organizzazione di produttori (Op), avanzato dal Movimento cinque stelle. “E’ singolare scoprire di essere al centro di attenzioni – sostiene Gangarossa – In assoluta solitudine e sopratutto in silenzio, stiamo ridando credito a ciò che fu oggetto del più grande investimento di Stato negli ultimi vent’anni nel nostro territorio, perché ci crediamo. Le difficoltà sono dietro l’angolo, specie in tempi di crisi: scarsa disponibilità finanziaria da parte delle banche; disattenzione da parte delle istituzioni regionali che per prime avrebbero dovuto interrogarsi sulle motivazioni di ostacolo per lunghi anni al progetto di rilancio di questo immenso patrimonio. Malgrado tutto – aggiunge – stiamo andando avanti, con non poche soddisfazioni, che sono quelle ci danno forza, insieme alla consapevolezza di chi sa che in questo momento in Italia è più facile mollare che creare. La nostra realtà è aperta al territorio, perché è patrimonio del territorio”. Negli scorsi giorni una rappresentanza del movimento cinque stelle si era recato presso l’azienda gestita da Gangarossa, ormai ex sindacalista della sezione locale Cgil, per avviare una produzione di larga scala costituendo una Organizzazione di produttori. “Tutti i visitatori come l’amico Emanuele Amato – conclude Tony Gangarossa – e tanti altri, sono stati e saranno i benvenuti. Non facciamone però l’ennesima diatriba politico-partitocratica. I cinque stelle non c’erano – sottolinea – Altra cosa sono le Istituzioni, gradite, necessarie e indispensabili. I produttori sanno di noi e sanno che se il nostro progetto va avanti, se ne avvantaggerà, in termini di ricchezza, l’intera economia agricola”.

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