Produttori agricoli uniti per rilanciare la zona industriale di Butera: obiettivo 224 posti di lavoro

 
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Gela. I coltivatori di Gela, Butera, Niscemi e Mazzarino, appartenenti ai quattro comuni del Contratto d’Area, potrebbero unirsi in una Organizzazione di produttori (Op) per avviare una coltivazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti locali. A rispolverare i contenuti del Contratto d’Area e pensare al rilancio di una economia agricola nel territorio, sono gli attivisti del Movimento cinque stelle capeggiati, in città, dal sindaco Domenico Messinese. La base di partenza della filiera di trasformazione di carciofini, pomodorini, melanzane, olive e quant’altro di buono viene coltivato nei terreni locali, potrebbe essere la fabbrica appartenente al gruppo etneo Zappalà che proprio grazie al Contratto d’Area si era insediata nella zona industriale di Butera con tre aziende: Campi di Sicilia,Caterservice sud e Caterquick. Le stesse avrebbero dovuto garantire un’occupazione di 224 posti di lavoro solo nel primo stralcio. Attualmente, invece, operano poco più di 50 unità. Il vice sindaco Simone Siciliano in compagnia del consigliere Angelo Amato e del padre di quest’ultimo, l’ambientalista Emanuele Amato, hanno avviato una trattativa proprio con i vertici del territorio buterese. Ci sarebbe un imprenditore gelese pronto ad investire e costituire una Op (Organizzazione di produttori) indispensabile a indirizzare le coltivazioni del territorio in un’unica produzione che grazie alle caratteristiche di base potrebbe aggredire facilmente le imprese del nord Italia del settore. Alla base del successo la possibilità di potere commercializzare i prodotti di primissima qualità a prezzi competitivi. Sulla trattative viene mantenuto il più stretto riserbo.I Cinquestelle, dal canto loro, potrebbero investire nel territorio rispolverando il progetto Zappalà che prevedeva il più grosso polo produttivo del centro sud Italia prima di arenarsi.

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